Sono passati 20 mesi dal suo naufragio accaduto il 13 gennaio 2012 per mano del Capitano della nave Simone Schettino, ma oggi 19 settembre 2013, si tenterà la rimozione della Costa Concordia dall’isola del Giglio, con una complessa operazione mai realizzata prima e per la quale non è previsto né n protocollo da seguire né un piano “B” in caso di destino avverso.
Nonostante il temporale di questa notte che ha fatto slittare di tre ore l’inizio delle operazioni, dalle ore 9 di questa mattina è iniziato il The Parbuckling Project, il progetto di rimozione della Costa Concordia da ben 600 milioni di dollari, così battezzato dai loro esecutori ovvero la Micoperi, una società italiana facente capo alla Titan Salvage, società statunitense leader mondiale nel settore del recupero di relitti.
La Costa Concordia pesa quanto 15 Tour Eiffel e le operazioni per poter rimuovere il relitto sono molto complesse.
Tra le proposte di progetto erano state avanzate l’affondamento della nave o in alternativa lo smantellamento in vari pezzi del relitto, ma nessuna delle due poteva garantire la salvaguardia dell’ambiente naturale circostante a causa della perdita di pezzi e scarico di sostanze tossiche.
L’operazione Parbuckling invece, garantisce la Titan Salvage, darà la massima importanza all’impatto ambientale in tutte le sue sei fasi che dureranno dalle 10 alle 12 ore.
1. Stabilizzazione e sistemi di ritenuta
La prima fase dell’operazione di rimozione della Costa concordia consiste nell’ancoraggio e stabilizzazione del relitto al fine di evitare eventuali scivolamenti o inabissamenti, lungo lo scosceso fondale. A novembre sono stati installati al centro della nave degli ancoraggi sommersi (anchor block) fissati al fondale sottomarino, successivamente sono state installate 12 torrette di ritenuta che serviranno durante la fase di ribaltamento.
2. Falso fondale e cassoni lato mare
E’ stato preparato un falso fondale di sacchi di cemento sul lato sinistro della nave per consentirle di appoggiarsi già dopo i primi mmomenti di rotazione. Inoltre, sempre sul lato sinistro sono state fissate 6 piattaforme, 3 di grandi dimensioni e 3 più piccole, fissate sul fondale con trivellazioni del diametro di 2 metri, e sulle quali si poggerà la nave al termine della rotazione.
3. Ribaltamento (parbuckling)
La fase del ribaltamento del relitto o rotazione in assetto verticale, detta parbuckling, è quella in corso da questa mattina e dovrebbe durare circa 12 ore ma anche alcuni giorni. Mediante degli elevatori idraulici (strand jacks) si solleverà la nave ruotandola in direzione dei cassoni centrali ed alle piattaforme sulle quali andrà ad appoggiare il relitto dopo il suo raddrizzamento. Fase delicata dove si devono compensare al meglio le forze per far ruotare il relitto senza deformare lo scafo.
4. Installazione cassoni sul lato destro
In questa fase vengono posizionati altri 15 cassoni di galleggiamento sul lato destro (starboard) del relitto. Questi cassoni serviranno nella successiva fase di rigalleggiamento.
5. Rigalleggiamento
A questo punto il relitto poggia sul falso fondale a circa 30 metri di profondità. Per mezzo di un sistema pneumatico, i cassoni sui due lati del relitto verranno progressivamente svuotati dall’acqua e forniranno la spinta necessaria a fare rigalleggiare il relitto. Terminata tale operazione, la parte che rimarrà sommersa sarà di circa 18 metri.
Una volta completata la rimozione, si provvederà alla pulizia dei fondali e al ripristino della flora marina. Il Dipartimento di Biologia Marina dell’Università di Roma “La Sapienza” è stato incaricato del monitoraggio ambientale.