Niente più pellicce animali nelle collezioni Armani.
A partire dalla stagione autunno-inverno 2016/2017, il gruppo italiano leader nel mondo della moda ha annunciato – in accordo con la Fur Free Alliance e The Humane Society of the United States – l’impegno per l’abolizione totale da tutti i suoi capi.
«Il progresso tecnologico raggiunto in questi anni – ha dichiarato lo stilista e imprenditore italiano Giorgio Armani – ci permette di avere a disposizione valide alternative che rendono inutile il ricorso a pratiche crudeli nei confronti degli animali. Proseguendo il processo virtuoso intrapreso da tempo, la mia azienda compie quindi oggi un passo importante a testimonianza della particolare attenzione verso le delicate problematiche relative alla salvaguardia e al rispetto dell’ambiente e del mondo animale».
La seconda impresa italiana per reputazione al mondo, dopo Ferrero, compie con questa rinuncia una “svolta storica”, ha commentato con soddisfazione la Lega antivivisezione: «Una decisione che fa onore alla maison Armani e rafforza una strada già tracciata e consolidata dalla Lav in anni di campagne anti-pellicce in tutto il mondo, in favore della moda etica, responsabile e sostenibile, e dunque senza utilizzo di animali – afferma Simone Pavesi, Responsabile Lav Moda Animal Free – Gli estimatori dello stile Armani saranno entusiasti: una scelta di vero stile per il “Re” della moda, amato e apprezzato in tutto il mondo. Un segnale inequivocabile per il settore, da tempo sollecitato a convertirsi verso una produzione non cruenta». Proprio di recente la Lega antivivisezione ha lanciato il progetto “Animal Free Fashion” (www.animalfree.info) col quale attribuisce una valutazione etica, attraverso un apposito rating, alle aziende che si sono impegnate a non utilizzare materiali animali.
Grande soddisfazione per la svolta epocale del gruppo Armani è stata espressa anche dall’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, che ringrazia Giorgio Armani per aver accolto il suo appello e quello dei tanti amanti degli animali. «La scelta compiuta da un’impresa che rappresenta l’Italia nel mondo – spiega l’ex ministro – è un segnale per tutto il settore: non ha più senso utilizzare prodotti che hanno come sottostante le sofferenze degli animali. Ma è un segnale anche per il Parlamento: il nostro Paese segua finalmente l’esempio dei partner europei, come l’Olanda, che a vario titolo hanno già optato per una “moda etica”, vietando l’allevamento di animali allo scopo di ricavarne pellicce».
In totale sono circa 95 milioni gli animali uccisi in tutto il mondo per la loro pelliccia. I maggiori produttori a livello globale sono Europa e Cina.