70 litri di acqua per produrre un paio di jeans.
Tutti gli addetti ai lavori sono ben consapevoli del fatto che produrre un paio jeans risulti altamente inquinante, in quanto vengono spesi circa 70 litri di acqua e i processi di coltivazione intensiva del cotone adottati, nei quali si fa un uso massiccio e spesso esagerato di fertilizzanti e sostanze tossiche siano letali per la vita dei contadini e per le loro terre.
Come porre rimedio a tutto ciò? Ecco cosa pensa Marco Lucietti, direttore marketing divisione Isko di Sanko Holding, azienda innovativa che produce filati in Anatolia per poi esportarli in tutto il mondo. In particolare la divisione Isko, che conta 15 mila dipendenti e produce oltre 200 metri di tessuto l’anno, realizza Denim, il tessuto particolare in cotone con trama bianca e ordito blu utilizzato per produrre i jeans.
“Produrre il denim è uno dei processi più inquinanti che ci siano”, afferma Lucietti, “ma è sbagliato pensare che essere ecosostenibili debba costare inevitabilmente di più. Occorre però esserlo fin dall’inizio con un intento ideologico ed etico e non semplicemente di marketing”, ci tiene a sottolineare il direttore Marketing di Isko, che prosegue dicendo: “Isko ha scelto di essere ecosostenibile.
La sostenibilità è un punto chiave, ma bisogna essere completamente ecosostenibili altrimenti non si è corretti.
L’attenzione all’ambiente deve essere posta su tutta la filiera, a cominciare da come viene coltivato il cotone, non si tratta semplicemente di risparmiare acqua (il 90% dell’acqua che utilizziamo viene depurata e resa potabile) ma di porre attenzione a tutto”, conclude comprensibilmente Lucietti.