Sono stati presentati dal governo tecnico Clini-Passera-Catania i due decreti contenenti le disposizioni per la rimodulazione del sistema di incentivi alle energie pulite italiane, ovvero il Quinto Conto Energia per il fotovoltaico e il decreto sulle rinnovabili elettriche (idroelettrico, geotermico, eolico, biomasse, biogas).
Con lo scopo di allineare il sistema italiano di contributi verdi a quello degli altri paesi europei e adeguarli alla riduzione dei costi di mercato delle tecnologie, i due decreti – si legge nella sintesi del Mse – prevedono in sostanza una diminuzione delle tariffe incentivanti sia per il fotovoltaico che per le altre rinnovabili elettriche che, secondo il governo, dovrebbe tradursi nella riduzione dei costi critici della bolletta elettrica di circa 3 miliardi di euro l’anno.
Per quanto riguarda il Quinto Conto Energia fotovoltaico è prevista una remunerazione onnicomprensiva delle tariffe per energia prodotta che dovrebbero oscillare tra i 161 e i 237 euro per MWh (contro i 236-352 del Quarto Conto Energia) al fine di allineare gli incentivi alla media europea. Con l’obiettivo di controllare la potenza annua installata è stato introdotto l’obbligo di iscrizione al registro per gli impianti di potenza superiore ai 12 KW che verranno valutati, al fine del posizionamento utile in graduatoria, secondo specifici criteri come l’impatto ambientale o l’attestazione energetica. Infine, come già previsto dalla precedente normativa, il sistema di incentivi entrerà in vigore al superamento della soglia massima di 6 miliardi di contributi erogati, prevista per luglio o ottobre prossimo.
Anche per quanto riguarda le rinnovabili elettriche non fotovoltaiche è previsto il taglio delle tariffe incentivanti rispetto allo scorso anno e l’introduzione di un sistema di controllo della potenza annua installata. In particolare è prevista l’iscrizione ad un registro – simile a quello fotovoltaico – per gli impianti idroelettrici e geotermici di potenza compresa tra 50 kW e 5 MW e la partecipazione ad un meccanismo di asta al ribasso per quelli superiori ai 5 MW. Libero accesso agli incentivi per gli impianti di piccola taglia. I criteri di valutazione per il posizionamento tile nella graduatoria del registro riguarderà soprattutto l’innovazione tecnologica, l’impatto ambientale e i benefici per il sistema economico italiano; il decreto entrerà in vigore il 1 gennaio 2013.
Prima della loro effettiva entrata in vigore entrambi i decreti, i cui testi ufficiali non sono ancora stati diffusi, dovranno essere approvati dall’Autorità per l’energia (Aeeg) e dalla Conferenza Stato-Regioni presso cui sono ora in esame.
I ministri Catania, Clini e Passera hanno dichiarato che tale sistema di incentivi è più “moderno, europeo ed equo per le tasche dei cittadini e delle imprese. L’energia rinnovabile continua a essere un pilastro fondamentale della nostra strategia, ed è per questo essenziale supportarla in modo efficace, favorendo le fonti verdi che possono sviluppare una filiera industriale e produttiva nazionale. Abbiamo inoltre posto un freno importante alla crescita dei costi energetici per cittadini e imprese. La sostenibilità economica e quella ambientale – hanno concluso i ministri – sono i due cardini su cui il governo intende basare la nuova strategia energetica nazionale in corso di elaborazione”.
Nel frattempo non sembrano reagire bene le associazioni di categoria del fotovoltaico e quelle ambientaliste che hanno confermato, per mercoledì 18 aprile, uno sciopero a Roma sotto la sede di palazzo Montecitorio per protestare contro il taglio degli incentivi alla green economy e alla produzione delle energie rinnovabili.