(ANSA) BRUXELLES – La commissione ambiente del Parlamento europeo ha approvato a grande maggioranza il divieto a tutte le deroghe alla pratica del finning. Si tratta della pratica dell’asportazione delle pinne degli squali a bordo dei pescherecci (finning), squali che vengono poi rigettati in mare privi di pinne e a volte ancora in vita.
“Gli interessi della pesca allo squalo non possono causare la loro scomparsa dai mari europei” spiega Andrea Zanoni, eurodeputato dell’Idv e relatore del parere sulla proposta di regolamento. L’Europa infatti è al secondo posto a livello mondiale per numero di catture di squali.
Il relatore ha proposto l’allargamento dei controlli a tutti i pescherecci attivi nelle acque marittime dell’Unione europea e non solo alle imbarcazioni europee, ma anche l’obbligo per gli Stati membri di fornire, nelle loro relazioni annuali destinate alla Commissione europea, informazioni più dettagliate sulle catture degli squali. Si parla di identificazione delle specie catturate, la quantità di esemplari, il peso totale per ogni specie e le zone di pesca.
Secondo l’eurodeputato “occorre monitorare minuziosamente anche la qualità dei controlli effettuati, in modo da fornire alla Commissione europea informazioni più precise e complete sulle ispezioni e le sanzioni applicate nei vari Stati membri”.
Zanoni sottolinea l’importanza che tutti gli squali portati a terra abbiano le loro pinne ancora attaccate al corpo. “I fortissimi interessi – precisa l’eurodeputato – legati al mercato di pinne di squalo destinate principalmente al mercato Hong Kong e della Cina, quale elemento base della ricercatissima zuppa cinese, non devono causare la scomparsa di questi animali dalle nostre acque. La loro sopravvivenza non ha prezzo”.
Ora la valutazione della proposta passerà alla commissione Pesca del Parlamento europeo, a fine maggio. La decisione finale arriverà però solo a luglio, quando le misure verranno sottoposte al vaglio della plenaria dell’Assemblea di Strasburgo.