Carote, melenzane, pomodori, zucchine, cipolla… A prima vista potrebbe sembrare una lista della spesa, invece si tratta degli ortaggi utilizzati da una fantasiosa band austriaca, per creare i propri strumenti musicali.
Noti ormai in tutto il mondo con il nome di Vegetable Orchestra, i membri di questo gruppo sono impegnati da circa quindici anni in un’ambiziosa ricerca di sonorità di natura vegetale. La loro strumentazione è, infatti, rigorosamente costruita con ortaggi freschi, attraverso utensili da cucina e trapano elettrico, un’ora prima delle prove in sala o dei concerti. La freschezza, oltre alla dimensione e alla forma, è un requisito essenziale per la qualità del suono dello strumento che, per sua natura, dura solo il tempo della performance e modifica il proprio suono nel corso della stessa. Flauti ottenuti da carote, trombe ricavate da zucchine e molti altri strumenti, le cui sonorità sono amplificate da speciali microfoni, rendono unico il loro genere musicale, definito dalla band Vegetable Style.
Rock, punk, pop ed elettronica sono solo alcuni dei generi presenti nel loro repertorio. La scelta del genere è spesso legata alla musicalità degli strumenti scelti, che aumentano col passare degli anni e sono il frutto di accurati studi. Questo mix musicale si traduce sempre in performance che prevedono molta ritmica e poca melodia e ciò a causa della materia prima della strumentazione, la cui usura durante l’esibizione, richiede anche grande capacità di improvvisazione e adattamento.
Non ci sono sprechi: ogni strumento finisce in pentola per trasformarsi in una gustosa zuppa da offrire al pubblico in sala. Il gruppo difatti, oltre a tredici musicisti e un tecnico del suono, comprende nella sua formazione anche un cuoco. Quella della Vegetable Orchestra è una musica tutta da assaporare!
I membri di questa particolare orchestra provengono da esperienze artistiche differenti, alcuni dal mondo della musica, altri invece sono pittori, scultori, architetti che mettono a disposizione del progetto le proprie competenze e il proprio bagaglio culturale. Il loro obiettivo è colpire in egual modo tutti i sensi, olfatto e gusto compresi, in modo da far vivere agli spettatori un’esperienza unica a livello musicale, ma anche estetico.
In altre parti del mondo, nuovi sperimentatori stanno seguendo la scia della band viennese, ad esempio Nan Weiping e Nan Weidong in Cina o Linsey Pollack in Australia. Anche in Italia vi sono degli esponenti del Vegetable Style: si tratta della Bidonvillarik Vegetables Orchestra, che, da un lato, riprende il nome della formazione austriaca e, dell’altro, emula lo show, offrendo anch’essa a fine spettacolo una saporita zuppa di verdure.
In verità, osserva il gruppo, esistono milioni di orchestre di questo tipo: è sufficiente andare in un mercato ortofrutticolo e ascoltare attentamente tutti i suoni. Il ritmo offerto dal movimento degli ortaggi e le sonorità prodotte dal contatto con essi possono offrire uno spettacolo altrettanto interessante.
Lucia Privitera