Dal primo luglio le aziende produttrici di pannelli fotovoltaici, per poter accedere agli incentivi, dovranno trasmettere al GSE (Gestore dei Servizi Energetici) un certificato che garantisca l’adesione dell’azienda produttrice o importatrice ad un ente e/o consorzio che offra un corretto riciclo dei moduli al termine “della loro vita utile”, questo è quanto afferma il D.M. 5 maggio 2011 (IV Conto Energia) all’art. 11, comma 6.
Ciò significa che le imprese saranno obbligate ad iscriversi al registro AEE (dei Produttori di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) scegliendo un sistema di raccolta e di riciclo anch’esso iscritto all’albo.
Una decisione importante se si tiene in conto che il fotovoltaico in Italia è, insieme al settore idroelettrico, il più sviluppato nel comparto delle rinnovabili, in Europa il nostro paese si posiziona al terzo posto preceduto da Germania e Spagna con circa 13 Gw installati sul territorio nazionale (circa 50 milioni di moduli fotovoltaici installati), in considerazione di ciò è stato ritenuto utile adottare il principio della “responsabilità estesa” del produttore, previsto dall’art. 178-bis del Decreto “Testo Unico Ambientale”
La normativa è in accordo con la revisione della Direttiva 2002/96/CE sui RAEE, che anticipa l’inclusione dei moduli fotovoltaici (nella categoria 4), tra le apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Vi sono tuttavia alcune differenze da sottolineare rispetto alle garanzie richieste per ad un sistema RAEE tra un prodotto che, nella media, presenta un ciclo di vita di circa un anno e dei moduli fotovoltaici la cui longevità raggiunge i 25-30 anni, come ad esempio la tracciabilità: il che comporterebbe la creazione di una mappatura dei moduli coperti da garanzia.
In tal senso sorge anche il problema della garanzia finanziaria affinchè sia possibile offrire un’assicurazione anche dopo anni dall’installazione, per evitare che i costi della gestione dei moduli ricadano poi sulla collettività, aumentando la bolletta.
Per rispondere alle problematiche emergenti COBAT, un sistema nazionale di raccolta e riciclo, che da 20 anni opera nel settore delle batterie a piombo esauste, ha siglato un accordo con il Comitato IFI (Industrie Fotovoltaiche Italiane)che raccoglie circa l’80% delle industrie del settore, per realizzare la creazione della prima filiera italiana per la corretta gestione dei moduli fv a fine vita.