E’ un fiume in piena il Presidente ASIA Raffaele Del Giudice, intervenuto nel corso della riunione consiliare della Commissione Ambiente del Consiglio comunale di Napoli. Lo spazzamento delle strade dei quartieri del Vomero e dell’Arenella, di Soccavo, Bagnoli e Fuorigrotta, nei giorni scorsi afflitte da un triste déjà vu dell’invasione dei cumuli di rifiuti, l’argomento principale della discussione. Ma non l’unico.
Del Giudice ha elencato le condizioni di criticità in cui l’azienda partecipata di servizi di igiene ambientale opera attualmente e ricordato come sia stato un blocco dei mezzi, piuttosto datati e oggetto di frequenti interventi di manutenzione, ad aver generato la breve emergenza che comunque è stata per lo più superata. La città di Napoli paga le conseguenze di un ciclo dei rifiuti carente, che prevede lo smaltimento attraverso il trasferimento obbligatorio dei rifiuti differenziati fuori Regione a causa della mancanza di impianti di proprietà dell’ASIA, con costi elevati per la comunità, nonché la subordinazione agli orari imposti dagli impianti STIR di proprietà della Provincia per lo smaltimento dei rifiuti urbani indifferenziati.
“Affrontiamo una fase 2 post-emergenza – ha affermato il Presidente Asia – durante la quale è in atto una forte riorganizzazione dei servizi e delle risorse umane ed economiche. Perseguendo la politica del taglio dei costi, l’organico è stato ridotto all’osso dai 600 pensionamenti verificatisi negli ultimi 5 anni, mentre altri 80 giungeranno nel corso dell’anno. A fronte di una carenza del personale, sul quale incide negativamente anche l’età avanzata (57 anni in media), e degli ingenti tagli da parte del Governo centrale, i servizi offerti, invece, crescono in termini sia di qualità che di quantità: dalla differenziata alla raccolta porta a porta, dalla disposizione di 650 moduli unici per la raccolta di abiti usati al ripristino di quella delle pile esauste e dei farmaci scaduti, dalla raccolta degli oli usati a quella di capsule per il caffè, effettuata in via sperimentale al Vomero”.
La Commissione ha annunciato, in conclusione, la volontà di definire un decalogo di azioni positive per migliorare le condizioni ambientali e i risultati della raccolta. Mentre è notizia di quest’oggi l’approvazione di una delibera con la quale si autorizza l’affiancamento di 50 volontari, selezionati attraverso un bando, al nucleo specializzato di polizia municipale con compiti legati all’educazione civica e ambientale.
Restano vive, infatti, le ataviche problematiche in materia di rifiuti che Napoli è costretta ad affrontare anche a causa di una minoranza della popolazione, la quale si ostina a non rispettare le più elementari norme sociali dettate dal buon senso e dall’educazione civica e ambientale. Le cattive abitudini di quella porzione ostile della cittadinanza genera non solo disagi, annullando l’impegno, il rispetto e la civiltà della maggioranza della stessa, ma impedisce anche l’utilizzo dei fondi per opere di riaquilificazione o di miglioramento dell’arredo urbano, fondi destinati, invece, alle bonifiche di aree adibite illegalmente a minidiscariche a cielo aperto.
Se da un lato è sicuramente necessaria una crescita della coscienza civica, urge dall’altro un rafforzamento dei controlli volti a punire i reati ambientali, relativi agli sversamenti abusivi e allo smaltimento illegale di rifiuti speciali, tossici e inquinanti, dietro i quali spesso si cela la longa manus della criminalità organizzata.