Nei giorni scorsi, sui più popolari social network, gran parte degli Italiani è stata invitata a unirsi alla lotta contro gli abusi sugli animali. In migliaia hanno aderito alla petizione per bandire all’interno dell’Unione Europea questa orribile pratica. E proprio il 4 luglio, il Parlamento di Strasburgo ha finalmente approvato due testi per imporre una maggiore tutela degli animali d’allevamento e da compagnia.
L’Aidaa (Associazione difesa animali e ambiente) nei suoi numerosi appelli, ha messo in luce un fenomeno aberrante e poco conosciuto, portato alla ribalta poco più di un anno fa, quando Lunar, una cagnetta turca, morì in seguito a uno stupro avvenuto a Sincan, città vicino ad Ankara.
Secondo l’AIDAA, nel triste elenco delle nazioni che tollerano la violenza sugli animali compaiono paesi come Danimarca, Svezia, Germania e Stati Uniti. Qui con una spesa che varia dai 70 ai 150 euro, è addirittura possibile praticare la zoorastia (violenza sessuale) in appositi luoghi, a patto che gli animali non soffrano. All’interno di queste “case chiuse” non si trovano solo randagi ma anche animali affittati da proprietari. Pare inoltre che questo depravato mercato sia talmente redditizio da attirare una fetta crescente di turismo.
Si parla quindi di un’usanza talmente sconvolgente che, così come si fa fatica a parlarne, si stenta anche a crederci. Così, per saperne di più, abbiamo contattato il presidente dell’associazione promotrice della mobilitazione Lorenzo Croce.
Sappiamo che l’attività dell’associazione che presiede è molto intensa. Di cosa vi state occupando ora?
«Al momento ci stiamo attivando affinché la zoorastia divenga legalmente perseguibile in Europa. Abbiamo inoltrato alla Commissione Europea competente, una petizione contro tali abusi. Continuiamo a mobilitarci per colmare questo grave vuoto legislativo».
Cosa ci dite invece dei “bordelli” danesi in cui gli animali vengono sfruttati gli animali di cui si trova notizia in rete?
«In realtà non abbiamo prove dell’esistenza di questi luoghi. Sappiamo però che su internet esistono 3 milioni di link relativi al sesso praticato con animali, 160.000 immagini e, la cosa più drammatica, è che a volte compaiono anche bambini. In Italia abbiamo denunciato alla Polizia Postale qualche decina di annunci in cui si offrivano animali per prestazioni sessuali. A Milano abbiamo scoperto ad esempio alcune prostitute che si servivano di animali per intrattenere i clienti».
Petizioni, mail bombing, strane forme di protesta… Tutti strumenti idonei a servizio dei cittadini per fare luce su fenomeni caduti nel disinteresse della classe politica e dell’opinione pubblica. Tuttavia, data la facilità con cui è possibile oggi attivare questi meccanismi di democrazia diretta, verificate sempre la veridicità dell’azione a cui vi dedicate e che condividete.
Eleonora Anello