Nel nuovo annuario dei dati ambientali pubblicato dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) appare un quadro fatto di luci ed ombre nel campo della gestione dei rifiuti.
La situazione si presenta molto diversificata tra le diverse aree geografiche con punti di merito e di demerito, ma nel complesso bisogna fare ancora molti sforzi per raggiungere gli obiettivi imposti dalla direttiva quadro 2008/98/CE.
Veniamo ai meriti. Si registra un calo dell’1,1% della produzione di rifiuti urbani tra il 2008 e il 2009. Un calo correlato però alla crisi economica più che ad una inversione di tendenza nella cultura della gestione dei rifiuti. Come dire: meno consumi meno rifiuti! Bene anche la raccolta differenziata che prosegue il suo trend in crescita già segnalato anche negli anni precedenti al 2009. Timidi segnali positivi vengono registrati pure nella gestione dei Rifiuti Solidi Urbani (RSU). Il loro conferimento in discarica infatti, diminuisce di ben 650 mila tonnellate (- 4%) e decresce anche la quantità di rifiuti avviati al trattamento meccanico – biologico (- 9,4%) mentre aumentano i rifiuti avviati al recupero di materia, che nel complesso fanno registrare un aumento di sei punti percentuali. La crisi economica incide positivamente anche sulla produzione di rifiuti speciali. Si assiste, complessivamente, ad una flessione di oltre sette punti percentuali rispetto al 2008 con una produzione di 135 milioni di tonnellate di cui circa 9 tonnellate di rifiuti pericolosi. Come per gli RSU la forma di gestione prevalente è rappresentata dal recupero di materia con il 57,5% dei rifiuti speciali non pericolosi recuperati – percentuale che per ciò che riguarda i rifiuti speciali pericolosi si ferma solamente al 23%. Il conferimento in discarica rappresenta solo il 9,6% del totale. Grazie all’incremento delle attività di recupero, il numero delle discariche diminuisce così di ben 65 unità rispetto al 2008 e il Sud abbatte il conferimento in discarica di rifiuti speciali del 45%.
Veniamo ai demeriti. Nonostante i dati confortanti della raccolta differenziata, vi è da segnalare che nessuna delle tre macroaree italiane è riuscita a raggiungere il traguardo del 50% di raccolta differenziata entro il 2009 imposto dalla normativa europea. Infatti il Nord sfiora il traguardo con il 48%, il Centro si attesta al 24,9% mentre il Sud solo al 19,1%. La media italiana raggiunge il 33,6% – ciò significa che ancora una volta “siamo rimandati a settembre!”. Molto bene la raccolta differenziata per l’organico e la carta meno per le plastiche, i metalli e i RAEE (Rifiuti Elettrici ed Elettronici) – segno di una scarsa informazione.
E veniamo al SISTRI (Sistema di Tracciabilità dei Rifiuti).
Istituito con DM 17-12-09 e non ancora operativo a causa delle infinite proroghe. Un sistema che fin’ ora ha visto solamente le organizzazioni soggette a sborsare quattrini senza averne alcun vantaggio. Esso invece avrebbe consentito all’Italia di creare nuovi posti di lavoro, di acquisire in tempo reale i dati sulla movimentazione dei rifiuti speciali e degli RSU della Regione Campania, di contrastare i traffici illeciti e di porre il nostro paese all’avanguardia in questo settore. Il tutto sembra essere invece finito in qualche vecchio scaffale polveroso e inutilizzato. Autolesionismo o asso nella manica per future campagne elettorali?
Vincenzo Trimarco