E’ proprio il caso di dire che l’agricoltura italiana si tinge di rosa: secondo i dati CIA – Confederazione italiana agricoltori sono le donne ad apportare in agricoltura innovazione ed attenzione nei confronti dell’ambiente.
I dati lo confermano: più del 33% delle aziende agricole nel nostro paese sono guidate da imprenditrici, che rappresentano ormai, anche il 40% della forza lavoro, soprattutto nel Mezzogiorno dove, purtroppo, aumenta la disoccupazione tra le giovani generazioni, proprio qui in dieci anni la quota di aziende agricole guidate da una donna è passata dal 30,4% al 33,3% attuale.
Ma quello che davvero stupisce è l’inventiva delle imprenditrici agricole italiane; come per esempio Sandra Arneolo e Debora Giarino che hanno trasformato l’aglio in ingrediente per creme e cioccolatini creando: La fattoria dell’aglio, del tutto biologica, che garantisce un monitoraggio sicuro del prodotto ed un’attenzione massima alla qualità.
Mentre Sara Lucietto, ex studentessa del Politecnico di Milano in disegno industriale degli interni, si è dedicata, con l’associazione Panta Rei di Perugia, alla bioedilizia ed alle costruzioni con la tecnica della paglia ed argilla che 100% riciclabile, con questo metodo sono stati costruiti i 3.000 metri cubi del centro e il nuovo frantoio dell’Istituto agrario di Todi.
Di vino si occupa, invece, Federica Palazzo che a soli 23 anni guida l’azienda Tintilia, in provincia di Campobasso che non è una semplice azienda vivtivinicola, qui, infatti si sperimenta l’utilizzo degli scarti della vinificazione per ricavarne matite colorate e packaging originali per le bottiglie di vino rosso.
Tutte donne che meritano di essere premiate per l’originalità, l’impegno e l’attenzione nei confronti della natura; e così è stato grazie al premio Bandiera Verde della Cia.
I case history qui ricordati non devono comunque far dimenticare che c’è ancora troppo poco spazio per le donne nel mondo imprenditoriale, è per questo che la Cia propone la creazione di un fondo e/o di un microcredito alle aziende “rosa” per le discriminazioni “di genere che ancora esistono nel mondo agricolo.