La campagna DETOX di Greenpeace segna un altro punto a suo favore.
Zara, uno dei più grandi brand della moda commerciale dei nostri tempi, insieme alla sua casa madre Inditex, proprietaria dei marchi Pull and Bear, Bershka e Oysho, hanno firmato l’impegno per eliminare le sostanze chimiche pericolose dai loro prodotti lungo tutta la catena di fornitura entro il 2020.
Dopo il lancio dello scorso 20 novembre del rapporto Toxic Threads – The Fashion Big Stitch a Pechino nel corso di una sfilata shock, l’associazione Greenpeace ha svelato gli arcani che si nascono nel ciclo di produzione delle più importanti case di moda, come l’utilizzo di sostanze chimiche pericolose per l’ambiente – nonilfenoli etossilati, ftalati e alchilfenoli – e tracce di sostanze cancerogene rilasciate da alcuni coloranti azoici.
“Questa vittoria è stata possibile grazie a tutti i modaioli, fashion blogger, attivisti e le oltre 315mila persone che nei giorni scorsi hanno firmato la petizione Libera “Zara dalle sostanze tossiche”. Zara è l’ottavo marchio (insieme a Puma, Adidas, Nike ndr) che si impegna a diventare toxic free da quando Greenpeace ha lanciato la campagna DETOX nel 2011″.
L’impegno prevede che a partire da marzo la Inditex richieda a 20 fornitori di rivelare i valori delle emissioni delle sostanze chimiche pericolose e, entro la fine del 2013 il numero dovrebbe salire a 100.
In tal modo si garantisce la corretta informazione riguardo gli scarichi dei coloranti azoici che liberano ammine cancerogene nell’ambiente, permettendo sia a coloro che vivono vicino alle fabbriche tessili, sia ai lavoratori che ai consumatori, il diritto ad essere informati e a proteggersi. Inoltre sarà rafforzato il processo di eliminazione degli alchilfenolestossilati dai prodotti di abbigliamento e veranno fissati i termini per l’eliminazione dei perfluorocarburi (PFC).
Bisognerà attendere un pò di tempo sino ad allora ma almeno il mondo della moda potrà vantare un altro marchio toxic free.