Inceneritori, raccolta differenziata, impianti di compostaggio e impianti Stir: sono questi i punti da affrontare nella gestione del ciclo dei rifiuti in Campania. Gli impianti di compostaggio rappresentano uno dei punti cardine del piano di gestione dei rifiuti urbani adottato dalla Regione Campania, piano che ha ottenuto il benestare dell’Ue.
Se nel corso della recente visita del Ministro per la Coesione Territoriale Fabrizio Barca il primo impianto di compostaggio di Salerno è stato premiato dall’Unione Europea per qualità progettuale, soluzioni tecnologiche adottate e capacità operativa in merito alle buone pratiche d’utilizzo dei fondi comunitari, non si può dire lo stesso dell’impianto di Ercolano, il cui progetto risulta ancora fermo ai nastri di partenza.
La Commissione Eu, che a tal proposito fornisce approfondimenti sulle spese per il Programma operativo regionale Fesr Campania 2007-2013 per quanto concerne la realizzazione degli impianti di smaltimento dei rifiuti, ritiene che, per ottenere un ulteriore avvicinamento verso la piena operatività del Piano di gestione dei rifiuti urbani, sia necessaria la realizzazione di tali impianti, sui quali il Comune di Napoli sembra ancora fortemente indeciso.
Il presidente di ASIA Raffaele del Giudice ha più volte richiamato l’attenzione sull’argomento, al fine di evitare una nuova emergenza rifiuti a Napoli, emergenza temporaneamente superata con l’avvento della nuova Amministrazione. Solo temporaneamente, appunto, in quanto non risulta pienamente chiuso il ciclo dei rifiuti.
Come dichiarato dallo stesso Del Giudice, le frazioni di rifiuti secchi e umidi non si riescono a smaltire a causa della saturazione dei siti Stir (Stabilimento di triturazione e imbustamento rifiuti) di Giugliano, Caivano e Tufino e dell’area dell’ex Icm nella zona Orientale, preposti a raccogliere l’immondizia, con decine di camion in fila in attesa di poter sversare il proprio carico; ed a causa dell’assenza di un impianto di compostaggio nel napoletano, la cui realizzazione nei siti indicati (Scampia, Pozzuoli e Ponticelli) si scontra con le lungaggini burocratiche. Infine, ritarda ulteriormente la chiusura del ciclo del secco, la presenza di un solo inceneritore, ad Acerra, oltre al dato sulla differenziata, arrivata al 27%.
Anche questo mese, il giorno 11, sarà una nave diretta verso il Nord Europa a consentire di liberare le aree intasate. Se appare condivisibile la sollecitazione di Del Giudice sulla necessità di affrettare i tempi per la realizzazione degli impianti di compostaggio affinché si chiuda il ciclo dell’umido, eliminando gli oneri dovuto al trasferimento degli stessi fuori regione, risulta meno accettabile l’ipotesi di costruzione di un nuovo inceneritore, verso cui Del Giudice si è dichiarato possibilista, fermo restando l’intenzione di agevolare lo smaltimento del secco attraverso l’incremento della differenziata.