Depurare l’acqua salata o inquinata utilizzando la radiazione solare.
La start up veneta Solwa (solar & water) ha sviluppato uno strumento che serve a depurare l’acqua salata o inquinata usando solo la radiazione solare, quindi quasi a costo zero. Il progetto è stato considerato “un’innovazione per lo sviluppo dell’umanità” dalle Nazioni Unite, che per questo lo hanno inserito nel programma IDEASS (Innovation for Development and SouthSouth cooperation), nato per aiutare il trasferimento dell’innovazione nei paesi meno industrializzati. Il dispositivo è stato messo a punto da Paolo Franceschetti e dal suo team.
Grazie ad una micro pompa, l’acqua inquinata viene immessa nella serra dove, a seguito dell’innalzamento della temperatura, evapora. A questo punto entra in azione uno scambiatore che riporta allo stato liquido la parte pura, mentre fa precipitare in un condensatole impurità. Se si tratta di acqua salata, per esempio, il concentrato di sale viene poi immesso nuovamente in mare, così come accade nei tradizionali impianti di desalinizzazione; se si tratta di acqua
inquinata, il prodotto di scarto viene trattato e smaltito seguendo la legislazione del paese in cui avviene il processo.
Il processo a una prima occhiata può apparire banale, ma nasconde una lunga serie di difficili calcoli di termodinamica e chimica. Il kit messo a punto da Solwa ha caratteristiche che lo differenziano dagli altri. E’ composto, infatti, da pochi pezzi da assemblare con materiali di facile reperimento sul territorio. Insomma, con una specie di fai-da-te, la serra si costruisce in poche mosse e funziona in autonomia con la luce del sole. Oggi è solo un prototipo, ma se ne prevede la produzione e la commercializzazione a partire dall’estate 2013.
Il modulo Solwa non serve solo a rendere potabile l’acqua, ma si può usare anche per risolvere i problemi di smaltimento di rifiuti urbani, deiezioni zoologiche o fanghi. Oggi infatti i percolati delle discariche sono raccolti in autobotti e trasportati in impianti di smaltimento: con la tecnologia Solwa si ridurrebbe il volume di trasporto e i costi di gestione di questo sottoprodotto. Un altro beneficio consiste nella riduzione dei cattivi odori che si sprigionano dalle discariche.
Queste caratteristiche, hanno fatto sì che l’ente di controllo per i rifiuti di Padova credesse in questo progetto e, insieme ai ricercatori di Solwa, ha iniziato la sperimentazione. Se le cose andranno come previsto, entro pochi mesi la prima discarica con una serra sopra sarà realtà.
Vincenzo Trimarco