L’inquinamento atmosferico continua ad attanagliare le maggiori città italiane, come evidenziato dal rapporto Mal’aria 2013 di Legambiente, che ogni anno fotografa lo stato di salute dell’aria che si respira nei centri urbani.
Le preoccupazioni maggiori arrivano dalla graduatoria “PM10 ti tengo d’occhio”, dove Legambiente evidenzia come oltre la metà delle città prese in esame (52 su 95), abbiano superato il bonus di 35 giorni di superamento del valore medio giornaliero di 50 microgrammi/metro cubo stabilito dalla legge.
La maglia nera spetta ad Alessandria con 123 sforamenti, seguita a ruota da Frosinone, Cremona e Torino. Tra le prime dieci posizioni si segnala anche Milano con 106 superamenti. È comunque ancora una volta la Pianura Padana ad essere nell’occhio del ciclone, con 18 città nelle prime 20. Proprio al 20° posto troviamo Napoli con 85 giorni di superamento, seguita da Cagliari, Pescara, Ancona, Roma.
Le criticità registrate a Napoli sono però da leggere con attenzione, segnala il vicesindaco del Comune partenopeo, Tommaso Sodano che asserisce:
“nel 2011 a causa della mancata manutenzione delle centraline dell’ARPA Campania, le attività di rilevamento non sono state continue. Pertanto il giusto raffronto andrebbe fatto con il 2010, anno rispetto al quale in 6 centraline su 8 si è rilevato un numero di superamenti giornalieri significativamente ridotto. Il picco di sforamento nel 2010 è stato di 90 giorni, nel 2012 di 85. Ma bisogna tener conto che questo dato si riferisce alla centralina situata in Piazza Garibaldi che è notoriamente quella che segnala il maggior inquinamento da traffico veicolare; tale centralina si trova infatti in una zona interessata dai lavori di costruzione della nuova stazione ferroviaria e della metropolitana, nonché adiacente al maggior parco di stazionamento degli autobus. Nonostante sia auspicabile confrontare le città utilizzando i dati di tutte le centraline ed estrarre anche i valori medi, oltre al numero dei superamenti della soglia di legge, lo studio di Legambiente mostra che la situazione di Napoli è tra le migliori tra le grandi città ed è frutto delle numerose iniziative di riduzione dell’inquinamento come le limitazioni al traffico veicolare, l’ampliamento delle aree ztl e l’inaugurazione della pista ciclabile. Ad esempio nell’area del Museo ed a seguito dell’istituzione della zona a traffico limitato, dai 72 sforamenti del 2010 si è passati ai 13 del 2012”.
Un occhio di riguardo il dossier Mal’aria 2013 lo ha riservato anche alla frazione più leggera e pericolosa delle polveri, ovvero il PM2,5 (il particolato costituito da particelle con diametro inferiore ai 2,5 micron), soprattutto in considerazione del fatto che le città con l’entrata in vigore del Decreto legislativo 155/2010, sono obbligate a monitorarlo dal 2011. Nonostante ciò molte città esulano dal controllo, il cui valore obiettivo è fissato a 25 microgrammi/metro cubo come media annuale, o comunque evitano di comunicare i risultati del monitoraggio. L’analisi delle poche città che hanno provveduto a fornirli, appare avvilente: ben il 52% dei centri urbani esaminati, infatti presenta risultati fuori norma.
La situazione italiana per quanto inerisce l’inquinamento atmosferico è sotto la lente di ingrandimento dell’Unione europea, che prevede per il 2013 “Anno europeo dell’aria”, una serie di iniziative e provvedimenti atti a spingere i singoli stati a realizzare interventi per migliorare la qualità dell’aria respirata dai cittadini