I finanziamenti dell’Unione europea a favore di infrastrutture per la corretta gestione dei rifiuti urbani, sono risultati inefficaci a causa della scarsa attuazione di misure di sostegno. Ad affermarlo è la Corte dei Conti europea in una relazione speciale sull’utilità dei fondi spesi dall’Ue per il raggiungimento degli obiettivi in materia di rifiuti.
Nel 2010 si è calcolato che un cittadino dell’Ue produce in media circa 500 kg di rifiuti urbani all’anno, i quali, in base a come vengono raccolti e trattati possono costituire una risorsa potenziale negativa o positiva per l’ambiente. Una gestione appropriata può trasformare i rifiuti urbani in materia prima preziosissima ed è per questo motivo che l’Ue ha introdotto direttive sulla gestione dei rifiuti urbani e ha cofinanziato, per il periodo 2000 – 2013, infrastrutture per la gestione dei rifiuti per 10,8 miliardi di euro.
Tanti soldi sprecati secondo la Corte dei Conti, che ha definito la gestione dei fondi inefficace in alcune regioni perché non adeguatamente accompagnata da misure di sostegno, come la realizzazione di campagne informative e di sensibilizzazione, la ridefinizione delle procedure amministrative o l’introduzione di incentivi o disincentivi finanziari. Tutte misure la cui attuazione non costituiva una condizione per beneficiare della sovvenzione Ue.
Per quanto concerne le discariche, i rifiuti vi venivano depositati senza essere prima sottoposti a un trattamento adeguato e, in generale, le garanzie finanziarie costituite per far fronte ai costi della chiusura e della successiva gestione erano insufficienti. “Solo i progetti che si avvalgono di un’appropriata raccolta differenziata alla fonte hanno mostrato un rendimento soddisfacente – mentre le regioni che non hanno attuato misure di sostegno hanno ottenuto solo – lievi miglioramenti nella gestione dei rifiuti”.
La Corte inoltre, ha riscontrato debolezze significative nella comunicazione dei risultati. In sei regioni su otto, la produzione di rifiuti è paradossalmente aumentata e solo un quarto delle regioni esaminate ha aumentato in maniera significativa il tasso di raccolta differenziata. “Gli europei consumano di più e producono più rifiuti. In base alla direttiva dell’UE sui rifiuti, gli Stati membri devono trattare e smaltire i rifiuti senza alcun rischio per l’acqua, l’aria e il suolo e senza causare problemi di rumori od odori – ha affermato Ovidiu Ispir, il Membro della Corte dei Conti europea responsabile della relazione, aggiungendo che – come evidenziato nella relazione, tali condizioni non sono in realtà rispettate”.
In sostanza, i 10 miliardi di euro non hanno contribuito efficacemente al conseguimento degli obiettivi della politica dell’Unione in materia di rifiuti e pertanto, la Corte raccomanda: maggiore attenzione alla fase di pre-trattamento dei rifiuti, affidabilità dei dati per un monitoraggio più efficace, maggiore adesione dei cittadini alla raccolta differenziata e rispetto del principio “chi inquina paga”, subordinando la concessione del contributo UE all’attuazione delle azioni da parte degli stati membri.