Dopo un attento restauro, venerdì 12 aprile alle 12, saranno varate due storiche lance a vela degli anni ’70, Massimiliano e Refola, all’interno dell’antico Arsenale Borbonico (attuale Distaccamento della Marina Militare di Napoli, via Acton 1, Molosiglio).
Il progetto dell’Associazione Life “Scugnizzi a vela” si occupa del restauro di storiche imbarcazioni a vela in legno, insieme ai ragazzi provenienti dalle case famiglia Il Giglio e Germoglio, ai minorenni della Comunità Pubblica per Minori di Nisida – Ministero della Giustizia, agli utenti del Centro Diurno “Lavori in Corso” UOSM Ds 29 ASL NA 1 e dell’Unità Operativa Ser.T. Servizio Tossicodipendenze ASL NA 1 DSB 26, credendo fortemente nel valore del lavoro e della vela come terapia per il reinserimento in società.
Il progetto, patrocinato dalla Marina Militare e dai Marinai d’Italia gruppo di Napoli, si realizza nel cantiere scuola ospitato all’interno della Base della Marina Militare; reso possibile anche grazie ai fondi dedicati ai progetti ammessi all’iniziativa organizzata dal CSV Napoli “Il mosaico della solidarietà 2011”, ha concesso l’opportunità a otto partecipanti di acquisire le conoscenze nell’ambito del restauro e dell’arte marinaresca, attraverso un percorso misto di teoria e pratica, con il restauro in falegnameria e la velaterapia attraverso le uscite in mare con i lanzini recuperati.
Il progetto “SOS LANZINI”, nasce dalla esemplare donazione delle lance a vela, appartenute da parte del presidente dei Restauratori Napoletani dott. Vitulli e dal ricercatore del CNR Prof. Rendina, e dalla fattiva collaborazione con i ricercatori del Laboratorio CREA (Center of Reverse Engineering Applications) del Dipartimento di Meccanica ed Energetica della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, volta allo studio dei Lanzini con lo scopo di riuscire a produrre le storiche imbarcazioni napoletane attraverso le tecniche tradizionali. Ricercatori e studenti del laboratorio CREA hanno realizzato prima dell’inizio del restauro un progetto per il rilievo e ricostruzione tridimensionale delle forme delle carene attraverso l’uso di sofisticati strumenti laser, per realizzare disegni e ricostruire un modello che sarà provato nella vasca navale dell’Università.
Il lanzino napoletano nasce come lancia a vela utilizzata per la pesca, il suo nome deriva dal dialetto napoletano e significa “piccola lancia”. La tradizione vuole che i pescatori, al rientro da una giornata di pesca, gareggiassero tra di loro nel raggiungere l’approdo e poter vendere per primi il pescato. Nel tempo i lanzini si trasformarono in vere e proprie barche a vela da regata con le quali le persone che lavoravano sul mare amavano confrontarsi e venivano impiegati nelle sfide veliche tra i marinai e i pescatori a partire dagli anni 30’ del secolo scorso. Queste competizioni avevano un profondo senso storico in quanto ripercorrevano gli stessi itinerari utilizzati alla fine dell’ottocento per trasferire i detenuti da Coroglio e da Bagnoli nel penitenziario dell’isola di Nisida.