Una pioggia leggera ma incessante non ha impedito ieri l’inaugurazione del Padiglione dello Stato di Tuvalu. L’attivazione di ‘In the Name of Civilization (nel Nome della Civiltà)’, l’installazione alta sei metri posta nella darsena di Forte Marghera, rappresentante una pompa per l’estrazione di petrolio, ha dato il via all’apertura di quello che secondo molti osservatori rappresenta uno dei progetti più interessanti di questa 55^ Biennale d’Arte di Venezia.
L’installazione con ad una estremità il Toro, simbolo di Wall Street appeso per la coda e dall’altra una tartaruga in attesa della inevitabile fine, rappresenta in modo eloquente e forte l’effetto dell’industrializzazione mondiale (petrolio) e del potere economico (Wall Street) sull’ambiente. Un problema che non riguarda solo l’isola di Tuvalu, a rischio di scomparsa nell’arco di poco tempo a causa dell’innalzamento dei livelli dei mari, ma interessa tutta la comunità, colpevole di non intervenire per scongiurare l’inevitabile.
All’inaugurazione ufficiale del Padiglione di Tuvalu a Forte Marghera hanno partecipato:
- On Apisai Ielemia, Ministro degli Affari Esteri dello Stato di Tuvalu,
- Vincent JF Huang, artista del Padiglione
- Prof. An-Yi Pan, Cornell University di New York (curatore del Padiglione)
- Dott. Davide Poletto, UNESCO Ufficio di Venezia,
- Dott. Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia,
- Dott. Massimo Venturini, presidente Municipalità Mestre-Carpenedo,
- Prof. Carlo Di Raco, direttore Accademia di Belle Art di Venezia,
- Daniele Sferra, Responsabile Relazioni Internazionale per Marco Polo System GEIE.
Per Vincent JF Huang, artista del Padiglione: “I pinguini innocenti di Tuvalu stanno morendo a causa della tragica situazione del cambiamento climatico. Attraverso l’eco-arte sono stato in grado di creare un incontro tra i funzionari di Venezia e Tuvalu, nonché esperti nel settore ambientale. Sono contento che eventi come la Biennale siano in grado di creare, motivare e stimolare le menti delle persone . Attraverso il mio lavoro spero di poter stimolare una seria analisi sul progresso tecnologico e su come questo possa causare crisi ambientali e terribili calamità naturali “.
Il Direttore della Accademia di Venezia Carlo Di Raco si è soffermato sull’importanza del lavoro culturale di Huang e come questo sia importante “per condurre una nuova generazione di artisti a pensare come il lavoro che producono possa ispirare le persone aumentandone la consapevolezza verso i problemi ambientali”.
La piccola isola di Tuvalu si trova in Sud Pacifico ed il più piccolo membro del Commonwealth. Quest’anno partecipa per la prima volta alla Biennale d’Arte di Venezia