E’ stata pronunciata oggi la sentenza in secondo grado dalla Corte d’Appello di Torino per il processo Eternit che vedeva imputato l’industriale svizzero Stephan Schmidheiny con l’accusa di disastro ambientale doloso permanente e omissione volontaria di cautele antinfortunistiche sulle vittime dell’amianto.
Il 13 febbraio 2012, Schmidheiny era stato condannato in primo grado con una pena di reclusione di 16 anni che, con la sentenza di oggi, è stata prolungata a 18 anni e la responsabilità è stata estesa oltre che per gli stabilimenti di Casale Monferrato e Cavagnolo (Alessandria), anche per gli stabilimenti di Bagnoli (Napoli) e Rubiera (Reggio Emilia). L’accusa era la stessa anche il barone belga Louis de Cartier che, essendo deceduto il 21 maggio scorso all’età di 92 anni, i giudici si sono pronunciati direttamente per l’assoluzione per alcuni degli episodi contestati, mentre hanno dichiarato il non luogo a procedere data la morte dell’imputato per gli altri.
“Questa sentenza e’ un inno alla vita, un sogno che si avvera” ha dichiarato il pm torinese Raffaele Guariniello commentando con soddisfazione l’esito del processo, simbolo di una lotta che affonda le sue radici ad oltre 50 anni fa.
Il risarcimento per la Regione Piemonte ammonta a circa 20 milioni di euro in via provvisionale; il Comune di Casale Monferrato 30,9 milioni di euro, 100mila euro ciascuno ai sindacati che si erano costituiti parte civile mentre 70mila euro alle associazioni Legambiente, Wwf e Medicina Democratica. Inail e Inps non sono state riconosciute come parte civile da risarcire.
Soddisfazione per l’aumento di pena anche da Romana Blasotti, presidente dell’Associazione famigliari e vittime dell’amianto, la personalità simbolo della dura ma importante lotta per la giustizia dei parenti delle vittime: “Non vedo l’ora che sia finita, sono stanca per tutti gli anni che abbiamo lottato ma contenta che la pena sia stata aumentata”. La donna oramai anziana, ha visto morire 5 parenti di tumore.
“In questa giornata – afferma il presidente Roberto Cota – il mio pensiero va innanzitutto alle vittime dell’Eternit e alle loro famiglie. I risarcimenti previsti dalla sentenza dovranno servire al completamento delle bonifiche e, in ambito sanitario, alla cura e alla ricerca sulle malattie collegate all’amianto”.