Sia la seconda Municipalità di Napoli che buona parte della cittadinanza partenopea, si sono dichiarati contrari alla decisione del Comune di Napoli e del Servizio Centrale Qualità dello Spazio Urbano di abbattere, per motivi di sicurezza pubblica, un cedro libanese secolare, risalente al 1200, piantato nel centro storico di Napoli, in Largo San Giovanni Maggiore Pignatelli, un luogo di incontro e frequentazione per molti giovani e studenti universitari.
E’ scontro tra Municipalità e Comune. “La piazza è di competenza municipale e nessuno ci ha avvisato della decisione – ha dichiarato Francesco Chirico – siamo stanchi di essere trattati come gli ultimi della classe quando invece la maggior parte delle problematiche cittadine sono risolte a livello municipale – e prosegue – Sono disgustato dal comportamento del Servizio centrale Qualità dello spazio urbano che nonostante le mie segnalazioni e le telefonate ha reciso il cedro”. L’albero secolare infatti è stato abbattuto nella notte tra l’11 ed il 12 giugno all’oscuro della cittadinanza e della stessa municipalità che, proprio lo scorso 6 giugno a seguito del distaccamento di un ramo dal cedro, aveva provveduto ad effettuare gli interventi di messa in sicurezza dell’albero per “fare in modo che questa pianta secolare resti al proprio posto e non venga in alcun modo rimossa”. Nonostante la comunicazione degli interventi agli uffici del Comune di Napoli si è scelto ugualmente di provvedere all’abbattimento del cedro, probabilmente a seguito della tragedia accaduta sempre a Napoli in via Aniello Falcone.
La tragedia di via Aniello Falcone. Lo scorso 10 giugno un albero è caduto sfondando il tetto di un automobile e uccidendo una donna sposata di 44 anni che proprio in quel momento stava rientrando a casa. La tragedia è accaduta in via Aniello Falcone e le indagini hanno rivelato che l’albero è stato potato 4 volte in 13 anni e che lo scorso maggio erano state effettuate le ultime verifiche all’arbusto. Nel frattempo la Procura ha aperto un’inchiesta con 4 avvisi di garanzia per i dipendenti del Comune di Napoli, con l’accusa di omicidio colposo, per verificare se la pericolosità dell’albero sia stata effettivamente già segnalata invano in precedenza.
La piazza si rivolta. La cittadinanza non ha preso per niente bene la decisione del Comune di abbattere il cedro secolare ed ha subito il gesto come una violazione furtiva e irragionevole dello spazio pubblico, motivata solo dallo stato di ansia generato dalla tragedia di via Aniello Falcone. La pianta, ha dichiarato il Comune, soffriva di una grossa necrosi (carie) che ne avrebbe pregiudicato la stabilità. Ma la cittadinanza si chiedono: perché abbatterlo di notte all’oscuro di tutti? Perché non comunicare prima tale decisione alla cittadinanza e alla municipalità competente? La piazza ora sembra spoglia, manca un importante pezzo dell’identità civica dei napoletani, perlopiù in un luogo di ritrovo e incontro per molti giovani frequentatori dei locali del centro storico e dell’Università Orientale di Napoli. Il proprietario di un famoso locale antistante il cedro libanese secolare, ha annullato il programma di attività previste per la serata di ieri e ha indetto, insieme ai frequentatori della piazza, una fiaccolata in lutto per l’albero ormai scomparso e per affermare il diritto di tutela e cura di tutti gli altri alberi antichi rimasti nel cuore di Napoli.