Anche nel mondo della moda “va crescendo una sempre più diffusa sensibilità rispetto alle tematiche eco-tossicologiche, alla tutela dell’ambiente, alla sicurezza dei prodotti e alla tutela della salute delle persone”. E’ quanto dichiarato a Milano dal presidente Camera Nazionale della Moda Italiana (CNMI) Mario Boselli, nel corso della tavola di lavoro permanente dedicata ai temi dell’ecologia e a cui partecipano rappresentanti dei brand e tecnici della sostenibilità.
L’obiettivo è di rendere la moda più verde e meno tossica per i consumatori e l’ambiente attraverso il coinvolgimento delle aziende italiane. Lo scorso luglio 2012, infatti, la CNMI ha lanciato il Manifesto della sostenibilità per la moda italiana, patrocinato del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, e a cui hanno già aderito tutti i grandi marchi della moda, associati e non della CNMI, e Sistema Moda Italia. Lo scopo del manifesto è di “tracciare una via italiana alla moda responsabile e sostenibile e di favorire l’adozione di modelli di gestione responsabile” da pare delle imprese italiane che i tal modo, oltre a cogliere le opportunità offerte da una maggiore attenzione agli aspetti ambientali e sociali, contribuiranno alla salvaguardia del sistema Paese. Il manifesto si presenta come un eco-decalogo di 10 punti chiave riguardanti ad esempio: qualità e durevolezza del design, materie prime toxic free, commercio solidale nel rispetto dei diritti umani, riduzione dell’impatto ambientale della filiera, made in Italy, trasparenza e diffusione delle buone pratiche della sostenibilità verso il consumatore.
La tavola permanente di lavoro dello scorso 20 giugno ha già portato i suoi primi frutti soprattutto su sicurezza per la salute dei prodotti commercializzati. Tutte le aziende aderenti al manifesto infatti, commercializzano prodotti tessili e di abbigliamento che presentano spesso standard di qualità e sicurezza superiori a quelli richiesti dalle normative europee, come ad esempio la Direttiva Europea sulla Sicurezza Generale dei Prodotti. Infine è stato ribadito il massimo impegno per assicurare il rispetto delle avanzate normative europee REACH (Registrazione, Valutazione, Autorizzazione e restrizione delle sostanze CHimiche) nel controllo delle diverse fasi di produzione sia per le emissioni in atmosfera che per gli scarichi nell’ambiente.