Si discuterà dei rapporti tra aree naturali protette e servitù militari nell’importante appuntamento conclusivo di “Road To Up”, in programma oggi luglio ad Andria, in località Castel del Monte. Un evento che chiama a raccolta tutte le associazioni, come Legambiente e WWF, che hanno a cuore le sorti del Parco dell’Alta Murgia.
Pesano come macigni oggi le parole del vescovo pugliese Don Tonino Bello, quando auspicava per la sua Terra il passaggio “da arco di guerra ad arca di pace”.
Un desiderio ora più che mai in contraddizione con quanto sta accadendo in Puglia nel Parco dell’Alta Murgia: ovvero le esercitazioni militari in un’area protetta, in una zona che, per definizione, ha la funzione di preservare e conservare l’ambiente e le specie che lì vi dimorano.
«Laddove si dovesse salvaguardare la biodiversità, non sono più immaginabili poligoni militari in cui si svolgono esercitazioni belliche che devastano il territorio e compromettono inesorabilmente i normali cicli biologici della natura», commenta il presidente del WWF Puglia Leonardo Lorusso.
Posizione condivisa anche da Legambiente che lo scorso 22 giugno, durante l’Assemblea nazionale dei Delegati, ha approvato un documento condividendo appieno le preoccupazioni espresse nella sua lettera dal presidente del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, Cesare Veronico, in merito alla persistenza di servitù militari e di poligoni militari nelle aree protette. «L’assemblea, all’unanimità – dichiara Francesco Tarantini, presidente di Legambiente Puglia – ha espresso il suo pieno sostegno alle iniziative avanzate dal Presidente Veronico in quanto incompatibili con la tutela della natura e la protezione di specie e habitat presenti. Le esercitazioni militari – aggiunge – avvengono sia nelle aree protette che nei siti della rete Natura 2000 e rappresentano una reale minaccia per l’ambiente e la tutela degli ecosistemi. Per questa ragione sottoporremo al Ministro dell’Ambiente Andrea Orlando e al Ministro della Difesa Mario Mauro, la proposta di istituire un Tavolo tecnico congiunto tra i due Ministeri per avviare un percorso e per riordinare e ridurre le attuali servitù militari che gravano sulle aree protette e nei siti della rete Natura 2000».
“Oggi le aree protette rappresentano il cuore delle strategie nazionali e internazionali di conservazione, fungono da rifugi per le specie, preservano i processi ecologici, forniscono gli spazi per l’evoluzione naturale e un futuro miglioramento ambientale” concordano le due associazioni ambientaliste.
É sotto gli occhi di tutti l’allarme inquinamento che un’attività come quella militare comporta: aria, acqua e suolo sotto scacco delle esplosioni prodotte nelle simulazioni di guerra, in grado di rilasciare inquinanti in atmosfera, con rischi anche per la salute umana. Una situazione insostenibile che coinvolge ampiamente il territorio, interessando una superficie pari a quasi un terzo dell’area Parco. “Non c’è da meravigliarsi – precisano le due associazioni – di quanto alto sia l’impatto anche sulle attività di educazione, ricreazione e turismo”.
Un impatto che non risparmia la fauna autoctona: in periodi di tregua venatoria, fondamentali per la nidificazione e la riproduzione delle specie, armi e fuoco minano la sopravvivenza degli animali. In diversi casi sono stati sterminati esemplari di piccola e media taglia, tra rettili, anfibi e micro mammiferi.
«Per testimoniare la solidarietà a tutta la comunità del Parco e il nostro impegno per la difesa e la salvaguardia del prezioso ecosistema murgiano saremo presenti con le nostre delegazioni e i nostri attivisti all’evento “Road to Up”. Di fronte a questo spettacolo indecente – concludono WWF e Legambiente – auspichiamo che si ponga fine all’assedio del nostro territorio e si avvii una fase di discussione con i soggetti istituzionali coinvolti affinché si proceda a una smilitarizzazione o perlomeno a un ridimensionamento dell’occupazione di suolo nelle aree protette».