L’ex Boss dei Casalesi, Carmine Schiavone, ha rilasciato a Sky tg 24 alcune dichiarazioni nelle quali ha spiegato come agivano i malavitosi per quanto concerne lo smaltimento rifiuti tossici che hanno avvelenato la Campania.
In particolare, il pentito di camorra ha parlato dei rifiuti tossici nascosti nel sottosuolo dal lungomare di Baia Domizia sino a Pozzuoli.
“Nel traffico dei veleni erano coinvolte ditte di Santa Croce sull’Arno, Milano, Verona, e aziende austriache, che trasportavano carichi non solo a Casal di principe, ma anche a Castel Volturno, Santa Maria La Fossa, Grazzanise…”.
I rifiuti erano scaricati da camion e gettati nei campi e nelle cave di sabbia… Rifiuti chimici, termonucleari, industriali e farmaceutico-ospedalieri… Negli anni le cassette di piombo si saranno aperte, ecco perché la gente sta morendo di cancro. Stanno morendo 5 milioni di persone…”.
“Mi sono ravveduto quando ho visto che avvelenavamo la terra. E che si uccidevano i bambini prima che nascessero”.
Il Boss prosegue: “la mafia non sarà mai distrutta perché ci sono troppo interessi, sia a livello economico, sia a livello elettorale. L’organizzazione mafiosa – conclude – non morirà mai. Ero uno dei capi della cupola – dice Schiavone – ma mi sono pentito davvero perché altrimenti quelle carte lì non le avrei mai scritte. Il mio guaio è stato proprio quello di essermi pentito veramente perché in Italia non c’era una giustizia, una legge, un politico che sappia capire questo. Chi me lo ha fatto fare di vivere in questo mondo di cani rognosi – afferma – perché è vero che noi abbiamo sparato, ma i ministri, i carabinieri, i magistrati, i poliziotti sono più responsabili di me perché hanno permesso questo”. “Io – ammette Schiavone – ho sbagliato nella mia vita e ho cercato di rimediare quando la mia coscienza si è ribellata a certi soprusi commessi da altri. Tutti quanti hanno fatto facile carriera sulla mia pelle”.