Gli attivisti di Greenpeace hanno fatto irruzione al GP di Formula 1 in Belgio e di fronte la tribuna VIP, hanno aperto un banner lungo 20 metri con la scritta: “Arctic oil? Shell no!” a cui ha fatto seguito il volo del circuito di due paracadutisti con un banner contro il colosso petrolifero.
“Scommetto che ci sono molte persone che hanno a cuore l’ambiente negli spalti del Gran Premio di oggi, così come ci sono molti fan della Formula 1 tra i Greenpeacers!”. In una nota il Direttore Esecutivo Greenpeace International Kumi Naidoo si dichiara fan appassionato della Formula 1 ma nello stesso tempo acerrimo nemico dello sponsor principale del Gran Premio di Formula 1, la Shell, che sta trivellando zone dell’Artico prima inaccessibili ma ora rese raggiungibili a causa dello scioglimento dei ghiacciai. Lo scopo è ovviamente il petrolio, la materia prima causa principale del fenomeno del global Warning.
“Mi sono appassionato alle gare di Formula 1 da giovane: dividevo un appartamento con un’amica alla quale le gare piacevano così tanto da alzarsi alle due del mattino per seguire una corsa. Non ci è voluto molto per trasmettermi la sua passione. Ho un profondo rispetto per la tecnologia, lo spirito di competizione e l’innovazione che sono il cuore del Gran Premio di Formula 1”.
La nota segue con le malefatte della Shell che “guida una terribile corsa alla conquista di combustibili fossili in ogni parte del mondo: fracking in Sud Africa, perdite di petrolio nel Delta del Niger, devastazione nei territori indigeni del Canada per le tar sands (sabbie bituminose) e – non ultimo – altissimi rischi per raggiungere il petrolio nei mari artici. Shell ha dato prova più volte di essere disposta a tutto per conquistare l’ultima goccia di petrolio sul Pianeta”.
Secondo gli scienziati “la situazione dell’Artico è sempre più fuori controllo: il riscaldamento globale scioglie i ghiacci artici e permette alle compagnie come Shell di cercare petrolio in luoghi prima inaccessibili, petrolio che poi aumenta il riscaldamento globale. Si tratta del peggiore dei circoli viziosi alimentato da follia e avidità, e dobbiamo fermarlo”. “Tutti noi stiamo prendendo parte ad una corsa diversa: quella per proteggere l’Artico da una fuoriuscita di petrolio che devasterebbe il suo fragile ecosistema e avrebbe effetti catastrofici”.
E’ possibile amare la Formula 1 e gli orsi polari? Secondo Greenpeace un primo passo per coniugare le due passioni è unirsi contro le trivellazioni dell’Artico da parte della Shell.