“Più che di semplificazione relativa al funzionamento del Sistri sarebbe il caso di parlare di approssimazione, perché il sistema Sistri rispetto all’ultimo rinvio è sostanzialmente rimasto immutato, si riduce solo il campo di applicazione ma combinando un pasticcio perché si escludono i produttori”. A dichiararlo sono Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, esponenti di Green Italia, il partito ambientalista italiano nato lo scorso giugno dall’unione di diverse poltrone politiche.
“Non si capisce come un sistema che non funzionava prima, un mancato funzionamento lamentato da tutti gli operatori e certificato appena poche settimane fa dalla commissione voluta dal ministro dell’Ambiente e presieduta da Ronchi, possa funzionare oggi. Peraltro in assenza di interoperabilità, ovvero l’interconnessione fra Sistri e i software gestionali, nessun impianto o trasportatore sarà in grado di utilizzare il sistema, per cui sarebbe necessario un diverso approccio al problema, pena il fallimento”.
Francesco Ferrante e Roberto Della Seta polemizzano in merito alle decisioni inerenti il Sistri contenute nella bozza del Dl approvato dal Consiglio dei Ministri. “Il primo ottobre – continuano gli esponenti di Green Italia – inizieranno a utilizzare il sistema solo i gestori e i trasportatori, ma questa partenza scaglionata per attività non tiene conto del processo di filiera: Sistri è pensato partendo dal produttore, quanto aggravio di lavoro si riverserà su trasportatori e destinatari”.
“La verità è che con quest’ultimo decreto il governo, cercando un compromesso fra le esigenze di Confindustria e quelle di Finmeccanica, trascura del tutto due verità evidenti: il Sistri così com’è non funzionerà mai, mentre l’Italia ha un bisogno urgente di rendere molto più sicuro, trasparente, efficiente lo smaltimento dei rifiuti oggi gravato da larghissime zone d’ombra e dal peso di interessi illegali e criminali”.