L’Imu è stata ufficialmente cancellata e dal 2014 e “non ci sarà più come l’abbiamo conosciuta fino ad oggi”, spiega il premier Letta, ma verrà subito rimpiazzata da due nuove tasse, la Tari e la Tasi, unificate nella denominazione di “service tax” che ingloba anche la Tares.
Ieri nel corso della seduta del Consiglio dei Ministri, è stato emanato il decreto che stabilisce “la tassa municipale sugli immobili – relativamente alla prima casa, ai terreni agricoli e ai fabbricati rurali – non verrà pagata nel 2013. A copertura dell’abolizione il decreto prevede un intervento immediato per la prima rata 2013. Con un decreto legge contestuale alla legge di Stabilità dell’ottobre prossimo verrà abolita la seconda rata”. Significa che per ora è stata abolita la rata di settembre dell’Imu e, molto probabilmente un ulteriore decreto ad ottobre abolirà anche la seconda rata di dicembre 2013.
“A partire dal 2014, in luogo dell’IMU, entrerà in vigore la cosiddetta “Service Tax”, il modello di tassazione comunale “federale” ispirato ai principi del federalismo fiscale, come approvati dalla Commissione Bicamerale appositamente costituita nella scorsa legislatura”.
“Viene dunque istituita un’imposta sui servizi comunali – la “Service Tax” – che sostituisce la Tares”. Via anche la “Tassa Rifiuti e Servizi” in favore di una nuova imposta riscossa dai comuni (la service tax) comprendente due tipologie di contributi: la Tari, per gestione dei rifiuti urbani, e la Tasi, per la copertura dei servizi indivisibili.
“La prima componente (Tari) sarà dovuta da chi occupa, a qualunque titolo (quindi anche gli inquilini ndr), locali o aree suscettibili di produrre rifiuti urbani. Le aliquote, commisurate alla superficie (quindi in base alla metratura ndr), saranno parametrate dal Comune con ampia flessibilità ma comunque nel rispetto del principio comunitario “chi inquina paga” e in misura tale da garantire la copertura integrale del servizio”.
“La seconda componente (Tasi) sarà a carico di chi occupa fabbricati. Il Comune potrà scegliere come base imponibile o la superficie o la rendita catastale. Sarà a carico sia del proprietario (in quanto i beni e servizi pubblici locali concorrono a determinare il valore commerciale dell’immobile) che dell’occupante (in quanto fruisce dei beni e servizi locali)”.
Inoltre, i Comuni avranno libertà di scelta nell’onere da imporre ai contribuenti, ma sempre “nell’ambito dei limiti fissati dalla legge statale. La capacità fiscale (cioè il gettito potenziale che i Comuni potrebbero ottenere dal pieno utilizzo delle facoltà di manovra fiscale sui loro tributi) sarà preservata, nel pieno rispetto del principio federalista dell’autonomia finanziaria di tutti i livelli di governo. L’autonomia nella fissazione delle aliquote sarà limitata verso l’alto per evitare di accrescere la capacità fiscale e quindi il carico sui contribuenti, applicando aliquote massime complessive”.