Don Patriciello, il parroco che lotta in prima linea per ristabilire la legalità nelle terre devastate dai veleni della camorra, elogia sulla sua pagina Facebook il medico Antonio Marfella, fortemente impegnato al suo fianco nella lotta contro chi avvelena la terra di Gomorra.
“ Come dice Marfella, noi cittadini campani, che moriamo lentamente ogni giorno, siamo tante gocce di dolore singole e separate. Ma ci stanno facendo piangere talmente tanto che forse le nostre lacrime diventeranno uno tsunami, se le piangeremo insieme…”. Antonio Marfella è un grande. Un profeta dell’Antico testamento che grida a squarciagola, che non teme di essere smentito. Un uomo amante della sua terra, della verità, della povera gente. A Marfella la Campania dovrebbe dare una medaglia d’oro. Oggi, non domani. Marfella, ancora una volta, coglie nel segno. Dobbiamo mettere insieme le nostre lacrime perché non vadano perdute. Dobbiamo raggruppare i genitori dei bambini morti e ammalati di cancro, di leucemia, di autismo perché riacquistino forza e speranza. Perché il loro dolore non sia vano. Dobbiamo partecipare tutti ai funerali dei fratelli e delle sorelle che il cancro ha consumato. Queste persone appartengono a tutti. Oserei chiedere per loro “ funerali di Stato”. Dobbiamo essere intelligenti e coraggiosi. Forti e volenterosi. Preparati e generosi. Dobbiamo raggruppare medici e ingegneri. Operai e imprenditori. Le lacrime non hanno colore politico, né sono sensibili al conto in banca. La morte bussa alla porta del ricco come a quella del povero. In questa tristissima storia c’è chi si è arricchito e continua farlo sulla pelle della gente e chi, al contrario, spende il suo tempo, le sue forze, la sua vita, gratuitamente, purché lo scempio immenso abbia a finire. A Marfella la nostra riconoscenza, la nostra stima, il nostro ringraziamento, il nostro affetto. Accogliamo la sua lezione. E ricordiamo a coloro che hanno fatto commercio della salute e della vita della gente che il pane macchiato di sangue è pane indigesto. Pane che non sazia. Pane avvelenato. Pane velenoso. Chissà che non abbiano a pentirsi prima che sia tardi”.