Dopo 4 ore dall’inizio del sollevamento e rotazione della nave Costa Concordia – la fase del parbuckling –, tutto procede come da piano e il sollevamento è di circa un metro. La Nave non poggia ancora sulla terrazza artificiale ma si è staccata dalla costa marina che, senza i rinforzi artificiali di sacche di cemento, sarebbe quasi certamente crollata per il peso eccessivo.
Nel corso della prima conferenza stampa alle ore 12 il Responsabile di Progetto della Micoperi Sergio Girotto, aveva precisato che durante i 20 mesi di posa, infatti, la Costa concordia ha subito degli schiacciamenti a causa delle maree e delle intemperie, che hanno modificato lo stato assunto nel momento del naufragio. L’applicazione della prima forza di 6 mila tonnellate è servita quindi alla nave per riprendere la sua forma e posizione iniziale e non a distaccarsi completamente dal fondale.
Franco Gabrielli, il capo della Protezione Civile, riguardo i possibili sversamenti di carburante o di altre sostanze tossiche, spiega che nelle prime 3 ore non ci sono state fuoriuscite di sostanze tossiche se non della fanghiglia soggiacente la nave. “Ma ciò non toglie che, quasi sicuramente, si verificheranno sversamenti tossici significativi nelle fasi successive”.
Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia,in un’intervitsta all’Huffington post ha dichiarato che “Noi facciamo il tifo perché tutto vada bene. Ma bisogna essere realistici. Secondo le stime ufficiali, una perfetta rotazione comporterà comunque la dispersione in mare di ottantamila metri cubi di liquidi, un terzo di quelli attualmente contenuti nella nave. Liquidi fortemente inquinati da idrocaburi non recuperati in questi 21 mesi, da tonnellate di sostanze organiche di vario tipo e da altri agenti chimici potenzialmente cancerogeni: collanti, detersivi, ritardanti di fiamma. E’ un po’ come se si scaricassero improvvisamente in mare le fognature e gli arredi di una città di cinquemila abitanti”. “Speriamo nella tecnologia e nella faccia che ci mette l’armatore. Speriamo che ci abbiano raccontato tutta la verità sui rischi ambientali. E speriamo che la nave possa essere trasferita in un porto dove lo smantellamento avvenga nel tempo più rapido e nel miglior modo possibile. Insomma, visto che si tratta di un’operazione mai tentata prima, speriamo”.
È la prima volta nella storia della marina mondiale che avviene un’operazione di raddrizzamento del genere. Non è mai successo che una nave da crociera della portata della Costa Concordia, venga raddrizzata di 90 gradi tramite un sistema di funi e corde; l’unico precedente storico è una nave militare americana del 1916, la Uss Oklahoma, affondata nel 1941 dai giapponesi a Pearl Harbour nelle Hawaii.
“Importante che, come assicurato dal prefetto Franco Gabrielli, la collaborazione con la Costa abbia assicurato che i 600 milioni di euro necessari al recupero e alla rimozione in sicurezza del relitto della Concordia siano totalmente a carico della compagnia. È chiaro che anche danni ambientali all’Isola del Giglio debbano essere a carico della compagnia e non dei cittadini – afferma Ermete Realacci, presidente della commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, ad Uno Mattina – Il recupero e la rimozione della Costa Concordia è un’operazione senza precedenti, da far tremare le vene e i polsi”.