È risaputo che una dieta vegana – privi di animali (carne, pesce) e prodotti di origine animale (uova, latte e derivati, formaggi), a base di verdure, cereali, frutta e alimenti semplici – fa bene a chi la mangia, è più ecosostenibile e risparmia le sofferenze di innumerevoli specie animali.
Ma sarebbe impossibile convincere tutti a diventare vegani: in primis perché “è una battaglia persa ancora prima di essere combattuta”, e secondo, non è detto che eliminare del tutto i prodotti animali sia la cosa migliore per chiunque. Ad affermarlo è in un articolo, Mark Bittman, giornalista esperto di veganismo della rubrica Dining & Wine del New York Times, che per semplificazione ha elaborato un nuovo stile alimentare che vuole essere una via di mezzo tra la dieta mediterranea e la dieta vegana: la dieta vegana part-time, in cui i commensali sono dei “flexitariani” che si accontentano di essere vegani a giorni alterni.
“Vegan Before 6” (vegani prima delle 6) è infatti il libro di cucina flexitariana scritto da Bittman, con il quale propone un nuovo modo di affrontare il veganismo, ovvero part-time, a tempo parziale. Riprendendo un po’ quella che viene definita la dieta paleolitica (paleo diet) cioè la dieta dei cavernicoli; un’alimentazione più green e salutare potrebbe essere data mangiando più spesso alimenti vegetali e fruttariani e più raramente prodotti animali e di origine animale, proprio come un tempo facevano i nostri antenati che mangiavano carne solo durante le rare occasioni di festa.
L’opzione proposta sul NY Times, è certamente una dieta vegana fatta per chi abbraccia la motivazione salutista (mangio vegano perché fa bene alla salute) o per chi vuole ridurre il proprio impatto ambientale (variare l’alimentazione e preferire prodotti a km 0 contrasta le produzioni intensive di ogni genere, fonte di emissioni e inquinamento). Per chi è invece vegano o vegetariano e insegue la motivazione animalista (non voglio uccidere animali e non voglio che vengano sfruttati) il ragionamento di Bittman è assolutamente confutabile, dato che gli animali verrebbero uccisi lo stesso e non ci si può dispiacere per le povere creature a giorni alterni.
“Essere un vegano non è il punto su cui voglio battere e, in ogni caso, seguire una dieta vegana full-time insalubre è facile come una dieta vegana part-time ma molto più salubre. Molti piatti cucinati con prodotti di origine animale possono essere fatti anche senza di essi. Per la maggior parte degli occidentali non è una questione di rinuncia, quanto piuttosto un problema sovrabbondanza di prodotti animali”.
Con un po’ di buon volontà infatti, è facile scegliere le alternative, acquistare prodotti a seconda delle stagioni e in poco tempo preparare un gustoso piatto vegano salutare, cruelty free e low impact. Tra le ricette proposte per il Vegan Day della settimana che ognuno potrebbe fissare nel proprio calendario: la torta del contadino (polenta con mais e acqua) arricchita con frutta e sciroppo d’acero, una ratatouille con ceci e finocchio, papillon con bulgur, carote caramellate, melone alla griglia per dessert, quinoa e latte per colazione, pop-corn tostati con noci e uvetta come spuntino e pasta con le verdure nei week-end.
Assolutamente da provare, anche solo per un giorno!
Guarda QUI tutte le ricette