Dopo il raddrizzamento della Costa Concordia si cominciano a tirare le somme per la valutazione del danno ambientale subito dall’Isola del Giglio.
Un danno certamente inestimabile e irreversibile che è stato stimato, in prima battuta dall’Ispra, intorno ai 12 milioni di euro.
Sui fondali del Giglio giacevano 7.000 metri quadrati di praterie di Posidonia oceanica andate in parte danneggiate, storiche scogliere che ospitavano un importante patrimonio di biodiversità marina sono andate squarciate. La Costa Concordia lo scorso 13 gennaio 2012 è impattata sugli Scogli delle Scole, dove ha subito lo squarciamento che ha fatto entrare l’acqua marina all’interno della nave, per poi arenarsi su Punta Gabbianara. A ciò è conseguita la contaminazione delle acque, lo spargimento di oggetti divario genere tenuti a bordo, e il transito e la giacenza di imbarcazioni in un’area protetta nonché Sito di Importanza Comunitaria (Sic) che rientra nella cosiddetta Regione Biogeografica Mediterranea.
La più recente valutazione di risarcimento formulata dall’Ispra è limitata ai danni subiti dalla costa del Giglio sino a marzo 2013, includendo quindi solo il momento dell’impatto della nave e la sua giacenza. L’ammontare dei danni però potrebbe subire un ulteriore aggravio sia a seguito delle operazioni di esplorazione dei fondali marini, con la quale si ricaveranno ulteriori elementi, sia a seguito del trasferimento del relitto.
“La valutazione finale. quindi, potra’ in ogni caso essere effettuata solo quando il relitto della Costa Concordia verra’ rimosso dalle acque dell’isola del Giglio e tutte le infrastrutture realizzate per l’intervento saranno rimosse” precisa l’Ispra in una nota.
Sul tavolo della Procura della repubblica di Grosseto giace un intero fascicolo di denuncia di danni ambientali in cui il ministero dell’Ambiente è stato ammesso come parte civile. Molto probabilmente a risarcire i danni sarà la stessa Costa Crociere dato che, come preannunciato dalla commissione Ambiente della Camera “È chiaro che anche danni ambientali all’Isola del Giglio debbano essere a carico della compagnia e non dei cittadini”.
Per tirare due somme, i danni ambientali più ingenti sono:
- 7,46 milioni di euro per l’aspirazione e la depurazione dei 248.794 metri cubi di acque contenute nel relitto, che oggi sono a tutti gli effetti ‘rifiuti liquidi’, fortunatamente non dispersi durate il raddrizzamento della nave. Dopo l’impatto contro gli ‘Scogli delle Scole’ l’acqua è penetrata nello scafo entrando in contatto con oggetti vari e sostanze tossiche, come idrocarburi, alimenti putrefatti, detergenti per pulizia e igiene, solventi e resine, metalli e plastiche.
- 3,7 milioni di euro per il risarcimento e la riparazione di circa 7.500 metri quadrati di Posidonia oceanica che giacevano a Punta Gabbianara, il luogo in cui la Concordia è rimasta appoggiata dal momento del naufragio sino al raddrizzamento. Le Posidonie sono oasi per numerose specie di vertebrati ed invertebrati tra cui la ‘Pinna nobilis’, un mollusco per cui è richiesta una protezione rigorosa.
- 200 mila euro per la riparazione primaria degli “Scogli delle Scole”, il luogo in cui la nave ha subito l’impatto e lo squarcio. Una ‘ricucitura’ dello scoglio è possibile riposizionando quello asportato cucendolo con prodotti speciali.