“Il Mediterraneo non è esente dal rischio tsunami. Nella storia dell’Italia, come per gli altri Paesi del Mediterraneo, ci sono molte tracce di tsunami antichi e anche molto recenti”.
Lo ha affermato Alessandro Amato, ricercatore dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia intervenendo alla conferenza “La Geologia Marina per la società” svoltasi a Pisa nell’ambito di Geoitalia 2013, il nono forum nazionale delle Scienze della Terra.
”Basta ricordare Messina e Reggio Calabria: nel 1908 ci fu un forte terremoto nello Stretto – ha proseguito Amato – e a seguire un grande tsunami che fece ulteriori danni e molte vittime. Abbiamo notizie di grandi maremoti avvenuti in passato, anche questi dovuti a grandi terremoti, nelle isole greche, in particolare a Creta. Gli tsunami nel Mediterraneo sono eventi piuttosto rari, ma quando avvengono possono fare enormi danni.
Oggi esiste una rete sismica mediterranea che permette lo scambio dei dati in tempo reale e di calcolare in pochi minuti dove è avvenuto un terremoto, che tipo di terremoto è stato, la sua magnitudo e stabilire se può avere carattere di tsunamigenecità. Ancora però non esiste un sistema coordinato che trasformi questo tipo di allarme in un piano di difesa della popolazione sulle coste. Ci stiamo lavorando insieme al dipartimento di Protezione Civile e collaborando con l’Ispra e l’Aeronautica militare”.
Geoitalia2013 è il IX Forum Italiano di Scienze della Terra conclusosi ieri a Pisa e organizzato dalla Federazione italiana di Scienze della Terra (FIST). Vulcani, terremoti, clima, mare, telerilevamento, geopolicy, geoetica ma anche comunicazione dei rischi in caso di emergenze, sono stati gli argomenti caldi attorno cui si sono raccolti quasi mille esperti del funzionamento del nostro Pianeta.
(ANSA)