Da più di di 12 ore Greenpeace non ha più notizie della nave rompighiaccio “Artic Sunrise” che da ieri, dopo l’irruzione armata di militari in acque internazionali, è sotto la custodia delle autorità russe, impossibilitata a comunicare dopo il danneggiamento degli strumenti radio e di comunicazione a bordo.
Secondo quanto trapelato, ma la conferma ufficiale non è arrivata neanche alla stessa associazione ambientalista, gli attivisti non hanno potuto godere nè dell’assistenza legale nel del supporto dei consolati.
Greenpeace si sta prontamente attivando per denunciare l’accaduto con manifestazioni davanti alle ambasciate russe in tutto il mondo, a Roma, il gruppo ha consegnato all’ambasciata una richiesta di azione immediata per il rilascio degli attivisti.
Ben Ayliffe, responsabile della campagna Artico per Greenpeace International, ha dichiarato:
“La sicurezza dei nostri attivisti rimane la nostra priorità e stiamo lavorando per capire cosa stia succedendo. Nella nostra ultima telefonata con la nave i membri dell’equipaggio hanno dichiarato che il morale rimane alto e che sono stati sostenuti dai messaggi di migliaia di persone che in tutto il mondo si oppongono alle trivellazioni petrolifere nell’Artico“.
“Ribadiamo che la vera minaccia non viene dall’Arctic Sunrise ma da Gazprom, una delle aziende più spericolate al mondo“, aggiunge Ben Ayliffe.
La stampa russa ha diffuso la notizia che gli ufficiali della piattaforma Prirazlomnaya di Gazprom avrebbero dichiarato che la cabina di sicurezza che Greenpeace stava appendendo alla piattaforma ”somigliava ad una bomba”.
L’associazione ambientalista ha risposto che “in realtà la cabina di sicurezza è ovviamente un rifugio destinato a mantenere gli attivisti al caldo, chiaramente marcato con colori brillanti e il logo di Greenpeace. La cabina di sicurezza è stata progettata dal vincitore di una competizione Rubén Bodewig, uno studente di architettura spagnolo”
Tra l’equipaggio presente a bordo anche un italiano, si tratta di Cristiano d’Alessandro di origini napoletane.