Lo avevamo già detto che in fatto di infrazioni europee l’Italia fosse al primo posto, e di come il 30% delle infrazioni sia di matrice ambientale. Nelle prossime ore potrebbe aggiungersi un ulteriore aggravante riguardante l’impianto siderurgico dell’Ilva di Taranto, e in particolare per il mancato rispetto dei limiti per la salvaguardia ambientale.
Questa volta è il commissario Ue all’Ambiente Janez Potocnik che ha intenzione di chiedere l’apertura di una procedura d’infrazione contro il governo italiano per via della vicenda dell’Ilva di Taranto.
L’infrazione riguarderebbe l’inadempienza del governo italiano a non aver fatto tutto il necessario per obbligare la società siderurgica a rispettare le norme europee sulla salvaguardia dell’ambiente.
L’Italia quindi rischia di finire nuovamente nel mirino della Commissione Ue di Bruxelles che, già a partire dal prossimo mercoledì, potrebbero vedere arrivare sul loro tavolo la richiesta di procedura e approvarla già per giovedì 26 settembre.
L’intervento di Bruxelles è stato richiesto, oltre che da Potocnik, anche in passato da diverse organizzazioni non governative in nome della difesa del diritto alla salute dei lavoratori e del rispetto dell’ambiente. È da marzo 2012 infatti che l’Ue ha aperto nei confronti dell’impianto siderurgico dell’Ilva di Taranto una procedura burocraticamente definita di informazione, finalizzata all’acquisizione di dati utili alla valutazione dei rischi ambientali nel rispetto della normativa europea. Le risposte italiane a tali richieste però non sono bastate a rassicurare la Commissione sul rispetto delle norme europee in materia di ambiente e la proposta di avvio della procedura d’infrazione ha superato la fase istruttoria ed è ora pronta per essere esaminata dal collegio dei commissari.
Sotto accusa sono le autorità italiane che avrebbero rilasciato all’Ilva di Taranto i permessi necessari al perseguimento e svolgimento delle sue attività ma soprattutto sono colpevoli di non aver effettuato i controlli necessari a verificare che la società siderurgica rispetti gli obblighi in materia di sicurezza e ambiente.
Come riportato dall’Ansa, diverse fonti sottolineano che la partita è ancora aperta. Un intervento da parte del governo attraverso il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando, potrebbe forse riuscire ancora a convincere Potocnik quanto meno a rinviare l’apertura della procedura, dato che è previsto l’invio di una lettera nelle prossime ore, con tutti gli aggiornamenti inerenti la salvaguardia ambientale dell’Ilva, resi possibili dal commissariamento dell’azienda.
Se la proposta Potocnik invece, dovesse andare avanti in Commissione ed essere approvata, l’Italia riceverà una lettera di messa in mora a cui dovrà rispondere entro 60 giorni. Successivamente Bruxelles, nel caso in cui ritenesse che l’Italia continui a violare le norme Ue, potrà emettere un parare motivato e deferire il nostro Paese alla Corte di giustizia dell’Unione.