Su disposizione della magistratura di Trani, è stato sequestrato (con facoltà d’uso) il depuratore di Bisceglie nel quale, nei giorni scorsi, è stata accertata la presenza del batterio Vtec 026, che è alla base dell’infezione in 16 pazienti della Sindrome emolitico uremica (Seu), diagnosticata in Puglia tra luglio ed agosto scorsi a 20 persone, soprattutto bambini.
Il sequestro preventivo è stato eseguito da uomini della sezione di pg della Capitaneria di porto di Bari su ordine del gip Francesco Zecchillo. Ai tre indagati – due legali rappresentanti dell’Acquedotto pugliese (gestore dell’impianto) e l’amministratore unico della Pura depurazione (società che si occupa del depuratore) – si contestano la dispersione non autorizzata in atmosfera di emissioni maleodoranti, il getto pericoloso di cose, il deturpamento di bellezze naturali ed il superamento dei valori di legge nello scarico in acque superficiali. Lo sversamento dei reflui in mare – secondo le indagini – ha infatti contaminato le acque marine formando bolle melmose e maleodoranti. La facoltà d’uso è stata disposta per consentire di compiere lavori necessari per ripristinare il regolare funzionamento dell’impianto. Quello di Bisceglie è il terzo depuratore del nord barese, dopo quelli di Molfetta e Trani, che viene sequestrato perché ritenuto non funzionante.
(ANSA)