Il magnate svizzero Stephan Schmidheiny, condannato in appello nel processo Eternit a 18 anni di carcere, deve essere arrestato, secondo l’istanza presentata dagli avvocati di parte civile, alla procura generale di Torino, che lo accusano anche di nascondere il proprio patrimonio, nonostante sia uno degli uomini più ricchi del mondo.
Con la sentenza d’appello, la Corte avevano ordinato indennizzi alle parti civili per 89 milioni. Ma i legali scrivono che Schmidheiny, oltre a non avere rispettato la decisione della Corte, ha già trasferito buona parte dei fondi ad altri soggetti, tra cui una fondazione chiamata Avana e un certo Frank Christian Gulich, che risulta avere sostituito l’elvetico in vari consigli di amministrazione.
Gli avvocati affermano che Schmidheiny risiede formalmente in Svizzera ma ha altre abitazioni in varie parti del mondo, e può contare su un vasto circuito di amicizie ad altissimi livelli: vengono citati, a titolo di esempio, gli incarichi che ricevette in seno all’Onu o il suo attuale stato di presidente onorario del World Business Council on sustainable development, rete di decine di multinazionali “attente ai problemi dell’ambiente” il cui presidente effettivo è Charles Holliday, di Bank of America.