Nel rispetto della scadenza Ue prevista per il prossimo 12 dicembre 2013 dalla Direttiva 2008/98/CE, il Ministero dell’Ambiente ha presentato oggi il Programma Nazionale di Prevenzione dei Rifiuti, recepito con il decreto direttoriale del 7 ottobre 2013, che ha messo al centro gli obiettivi di prevenzione, riduzione e fisco green.
“In una fase in cui ci siamo trovati a rispondere a tutta una serie di emergenze già in essere è con grande soddisfazione che come ministro propongo un piano di intervento strutturale che guarda alla prospettiva delle cose“, ha detto il ministro Andrea Orlando presentando oggi il piano a Roma. Il documento è frutto di un percorso di condivisione ha coinvolto diversi attori come gli enti locali, del mondo della produzione, associazioni ambientali e di cittadini.
PREVENIRE È MEGLIO CHE BUTTARE. Nel rispetto della direttiva europea la parola chiave della norma è la “prevenzione” dei rifiuti, necessaria per ridurre a monte la produzione stessa e i relativi costi di smaltimento. Si parte dalla lotta allo spreco alimentare con l’istituzione di un tavolo sulle eccedenze con Andrea Sagrè di “Last minute market”, per continuare con le filiere corte, la razionalizzazione degli imballaggi e la promozione di punti vendita “alla spina”. Riuso e riciclo di carta con la riduzione della posta indesiderata e le bollette via e-mail, il corretto smaltimento di RAEE, ma anche di Green Procurement per la P.A. e l’informazione e l’educazione attraverso l’istituzione di un portale in collaborazione con il Miur.
LA CRESCITA ECONOMICA NON PRODURRÀ MAGGIORI RIFIUTI. “Tutti ci auguriamo che ci sia la ripresa economica, ma non ci deve essere anche una ripresa nei rifiuti – ha dichiarato il ministro Andrea Orlando nel corso della conferenza stampa. Una delle principali novità è che fissa degli obiettivi che sono slegati dall’andamento del Pil. La crisi economica ha infatti provocato una riduzione della produzione dei rifiuti ma il Programma fissa obiettivi il cui scopo è dissociare la crescita economica dagli impatti ambientali connessi alla produzione dei rifiuti. Entro il 2020 gli obiettivi di prevenzione rispetto ai valori 2010 sono identificabili in:
- Riduzione del 5% della produzione di rifiuti urbani per unità di Pil. Nell’ambito del monitoraggio per verificare gli effetti delle misure, verrà considerato anche l’andamento dell’indicatore Rifiuti urbani/consumo delle famiglie.
- Riduzione del 10% della produzione di rifiuti speciali pericolosi per unità di Pil;
- Riduzione del 5% della produzione di rifiuti speciali non pericolosi per unità di Pil.
CHI INQUINA PAGA DI PIÙ. “L’obiettivo è quello di definire la cornice della nuova tassa sui rifiuti prevista nella Service Tax, sulla cui rimodulazione nella maggioranza c’è ampia condivisione, e consentire l’applicazione di tariffe che i Comuni potranno scegliere in sostituzione della tassa ispirate al principio comunitario ‘chi inquina paga“. Orlando ha annunciato che presso il ministero verrà istituita una task force che elaborerà una serie di proposte per il “Fisco Green” secondo cui l’imposta sui rifiuti – attualmente inserita nella Service Tax – non venga pagata secondo il criterio della dimensione abitativa ma secondo la capacità di ogni nucleo di ridurre la produzione personale dei rifiuti. Stessa cosa anche per le imprese del settore che ridurranno gli sprechi alimentari.