“L’opera è la testimonianza che 5,5 miliardi di euro non sono solo soldi dovuti, ma un investimento per un patrimonio unico”: lo ha rilevato il ministro dei trasporti e infrastrutture Maurizio Lupi, rispondendo a una domanda sui costi del sistema Mose per la salvaguardia di Venezia e della laguna”.
Lupi ha ricordato che nella legge di stabilità saranno reintegrati i 120 milioni di euro per i lavori ma anche che ci saranno ”le altre risorse, circa 400 milioni , che servono per far andare avanti i lavori fino al termine della parte realizzativa”. Per quanto concerne invece la fase successiva al completamento dell’opera, cioè quella della manutenzione, il ministro ha detto che bisognerà lavorare assieme agli enti locali e alla regione Veneto per capire come individuare le risorse necessarie, indicando le leggi di stabilità del 2015 o 2016. ”Se no – ha detto poi con una battuta – il sindaco di Venezia si inventerà una nuova tassa”, ricordando poi, riportando il discorso su altri binari, che ”noi siamo i paladini del no a nuove tasse”. Il ministro ha poi parlato dell’impegno anche per altre opere infrastrutturali in Veneto: dal Passante di Mestre ai 320 milioni per la Pedemontana ”che ci sembra un asset fondamentale per il veneto”. Ha quindi fatto un invito a ”fare tesoro dell’esperienza maturata con il Mose – un opera ‘made in Italy’ – e promuoverla nel mondo come modello, anche nelle facoltà universitarie estere.
A tale riguardo, nei prossimi giorni il modello Mose sarà presentato al sindaco di New York che ha espresso interesse nella ricerca di soluzioni per i problemi legati al fiume Hudson.