Un cittadino di Alfano, in provincia di Salerno e nel Parco Nazionale del Cilento, denuncia l’alto tasso di mortalità per tumori registrato nel comune.
La Terra dei fuochi è anche qui, in un paesino dimenticato del Cilento, in cui il basso costo dei terreni agricoli ha incentivato la camorra a dissotterrare anche qui i rifiuti tossici.
Il business più lucroso per la criminalità organizzata è da sempre lo smaltimento dei rifiuti tossici, interrati illegalmente in diverse parti d’Italia, ma soprattutto nelle campagne del Sud in Campania, fra le provincie di Napoli, Caserta, Salerno. Tutte queste azioni criminali stanno causando gravissime conseguenze a livello ambientale e di salute delle migliaia di abitanti che risiedono nelle zone citate.
Cumuli di rifiuti urbani, rifiuti provenienti da attività industriali, dati alle fiamme che si diffondono nell’atmosfera e nei terreni agricoli avvelenandola con la diossina nelle periferie delle città, fino ad arrivare nelle campagne in cui vengono coltivati frutta e verdura destinate alle nostre tavole. Si tratta della Terra dei Fuochi, dei veleni che si sprigionano nel nostro territorio, diffusi quasi per un intera regione sino alla provincia di Salerno.
Come testimonia un abitante di Alfano, un piccolo paesino di poco più di 1100 ab. situato nel cuore del Parco Nazionale del Cilento a conduzione prevalentemente agricola:
“Negli ultimi anni a partire dal 2004 ad oggi sono morti quasi 30 abitanti di Alfano (dati anagrafici alla mano da parte del comune di Alfano) per neoplasie originatesi in diversi organi (tumore ai polmoni, spesso alle zone respiratorie alimentari come tumore alla faringe, base della lingua, al pancreas ed al colon retto, nonché casi di leucemia). Proprio per l’invisibilità di questi paesini persi nel Parco Nazionale del Cilento con tanto terreno a conduzione agricola da comprare a basso costo ha invogliato ad investire la camorra nelle nostre zone una volta esaurite le discariche del casertano e napoletano per lo smaltimento dei rifiuti tossici provenienti da aziende chimiche di mezz’Italia e del resto d’Europa”.
Ciò che si evince da questa e da altre numerose dichiarazioni, è che ci troviamo davanti ad una terra devastata, in cui l’incidenza di tumori è triplicata negli ultimi anni e dove la popolazione campana combatte contro questa battaglia, ma l’urlo di un popolo afflitto, per quanto acuto e disperato possa essere, può cadere nel vento, se dall’altra parte chi dovrebbe ascoltare fa finta di essere sordo.