Nei tempi della terza rivoluzione industriale, il concetto di “uso della bicicletta” ha assunto nell’immaginario collettivo una connotazione molto più stilistica e culturale piuttosto che di trasporto e spostamento.
Il pianeta della bicicletta conta intorno a sé tutta una serie di satelliti e di scelte di consumo che costituiscono un vero e proprio universo culturale ad hoc in cui gli amanti delle due ruote sono il target che fa girare le (due) ruote dell’economia.
I ciclisti infatti, sono una vera e propria categoria di consumatori ai quali viene dedicata una particolare fetta del mercato, come ad esempio le attrezzature specializzate per chi pedala abitualmente, o chi utilizza la bici come primario mezzo di trasporto, o ancora ci sono negozi e ristoranti che praticano sconti a chi raggiunge il luogo in bici, o chi addirittura offre la colazione ai ciclisti; non dimentichiamo il cicloturismo e tutte le strutture alberghiere che si attrezzano per tale tipologia di ricettività.
Ma non solo. Nell’era della terza rivoluzione industriale, in cui l’automobile sembra sempre più un mezzo di locomozione preistorico, anche le scelte politiche degli amministratori pubblici debbono necessariamente volgere in tale direzione per cogliere i benefici conseguenti dallo “switch on” della mobilità sostenibile. Benessere sociale, ambientale, psicofisico, risparmio e crescita economica: stiamo parlando di Bikenomics (o bike economics), un concetto che unisce le parole “bicicletta” ed “economia” e che indica tutte quelle ragioni per cui un amministratore debba incentivare bike-policy (politiche di “bicicletta”) per risparmiare di più.
Secondo un recente studio, infatti, l’uso della bicicletta nell’UE-27 sarebbe in grado di generare ogni anno benefici economici pari a 200 miliardi di euro, una cifra superiore al PIL della Danimarca e con un rapporto costi/benefici straordinario: 1 a 70.
L’Italia, in quanto primo produttore di biciclette in Europa, sarebbe il paese che più di ogni altro potrebbe ricevere benefici derivanti dallo sviluppo della ciclabilità. Si pensi che nel corso del 2012, la vendita di biciclette è stata maggiore rispetto alle automobili e, per la prima volta dopo 48 anni in Italia sono state vendute 1.748.000 bici a fronte di 1.450.000 automobili.
Ma come cambierebbero le politiche della mobilità dei nostri amministratori se conoscessero il ritorno di investimento della bicicletta? Di mobilità alternativa urbana e bike policy se ne parlerà alla fiera Citytech (Milano, 28 e 29 ottobre 2013) nel corso del workshop Bikenomics di lunedì 28 ottobre (16.30 – 18.30) presso la Fabbrica del Vapore.
Intervengono Alfredo Drufuca di Polinomia, Enrico Durbano di Eco-Conteur, Paolo Gandolfi della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, Federico Lia di Poliedra – Politecnico di Milano, Kevin Maine Direttore Sviluppo della European Cyclists’ Federation, Piero Nigrelli Direttore settore ciclo ANCMA, Giulietta Pagliaccio Presidente FIAB, Francesca Racioppi Senior Policy and Programme Adviser dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Modera Paolo Pinzuti di Clickutility on Earth – Bikeitalia.it.
Per maggiori informazioni: www.citytech.eu