Circolano le prime indiscrezioni riguardo la nuova tassa sui rifiuti e servizi, la Trise che, solo un paio di mesi fa, era stata introdotta con la denominazione di Service Tax (Tari e Tasi) in sostituzione dell’Imu e della Tares. Ma il Ministero del Tesoro avverte: le bozze che stanno circolando non corrispondo al ddl Stabilità definitivo.
Tra i vari organi di informazioni sta circolando una bozza della Legge di Stabilità che, tra le varie misure di spending review e politiche di incentivazione, prevede l’introduzione della Trise, (Tassa sui RIfiuti e SErvizi), un tributo sui servizi comunali, articolato in due componenti: la prima, a copertura dei costi per la gestione dei rifiuti urbani (Tari); la seconda, a fronte della copertura dei costi relativi ai servizi indivisibili dei comuni (Tasi). La bozza non si discosta molto da quanto già annunciato con la Service Tax ad agosto e in sostanza, a partire dal 2014, l’Imu e la Tares verranno sostituite da un’unica imposta comunale per la raccolta dei rifiuti e l’erogazione dei servizi invisibili, molto probabilmente dilazionata in 4 rate a gennaio, aprile, settembre e dicembre
In una nota però, il Ministero dell’Economia e delle Finanze fa sapere che “Le bozze di provvedimenti di finanza pubblica in circolazione presso gli organi di informazione, sulla base delle quali vengono pubblicati “resoconti preventivi”, non corrispondono al disegno di legge di stabilità che verrà discusso dal Consiglio dei ministri”.
Ad ogni modo, la Trise costerà circa 2,3 miliardi in meno di Imu e Tares sommate insieme perché 2 miliardi sono stati coperti dal Governo. Nella bozza ufficiosa che sta circolando, inoltre, si evince che:
– la Tari sarà un’imposta il cui importo sarà fissato da ogni Comune e, a differenza della Tares, dovrà coprire totalmente il costo del servizio smaltimento rifiuti che oggi invece era coperto solo in parte, comportando necessariamente un aumento della stessa. In caso di interruzione del servizio però, la tassa scende al 20%. I Comuni inoltre, potranno stabilire tale importo secondo il principio fissato dalla normativa europea “chi inquina paga”: le famiglie numerose o le attività commerciali che producono più rifiuti potrebbero pagare di più ma sono previsti sconti per sigle, abitanti stagionali e fabbricati rurali ad uso abitativo;
– la Tasi sui servizi indivisibili, sarà dovuta sia dai proprietari che dagli inquilini affittuari per una quota tra il 10 e il 30%. I Comuni stabiliranno autonomamente la base imponibile del tributo (la superficie della casa o la rendita catastale) e se esonerare le prime case dalla Tasi.