Legambiente rilancia la petizione “Italia rifiuti free” per chiedere al governo italiano l’introduzione del principio europeo “chi inquina paga” nella nuova tariffazione dei rifiuti, la Tari (una parte della Trise), contenuta del Ddl Stabilità.
In tema di tassa sui rifiuti, in Europa vige il principio secondo cui chi inquina di più deve pagare di più e quindi perché non adottiamo anche in Italia tale fondamento? In genere ad un consumo maggiorato di risorse come l’acqua e l’energia corrisponde anche un maggiore corrispettivo economico mentre, per quanto riguarda la nuova tassazione dei ririuti in Italia, con la Tari chi produce molti rifiuti pagherà lo stesso importo di chi fa una buona raccolta differenziata.
“Chi inquina paga, chi produce meno rifiuti deve risparmiare. Questo è l’unico principio su cui deve basarsi la tariffazione sui rifiuti. Che si chiami Tares o Trise oppure Tari, non è possibile che questa vada ad aggravare il peso fiscale sugli italiani in maniera illogica e ingiusta – ha dichiarato il vicepresidente di Legambiente Stefano Ciafani – chi produce meno rifiuti dovrebbe essere premiato, mentre la nuova tassa sui rifiuti Tari, forse più della precedente Tares, rischia, al contrario, di aggravare ulteriormente il peso fiscale sugli italiani in maniera ingiusta”.
Sul sito di Legambiente è stata lanciata la petizione popolare “Italia rifiuti free” per chiedere al presidente del Consiglio dei ministri Enrico Letta e ai ministri dell’Ambiente Andrea Orlando e dell’Economia Fabrizio Saccomanni, di rivedere il ddl di Stabilità e il nuovo tributo sui rifiuti, che deve rispettare il principio europeo “chi inquina paga” e deve essere calcolato solo sulla effettiva produzione di rifiuti indifferenziati, permettendo alle utenze più virtuose di pagare meno.
Secondo quanto riferisce Legambiente, sono oltre 1300 i Comuni ricicloni che in tutto il Paese superano l’obiettivo di legge del 65% di raccolta differenziata, si stanno diffondendo le buone pratiche locali per la riduzione degli imballaggi inutili, sono sempre più numerosi gli impianti di riciclaggio. Di contro però, si continua a produrre troppi rifiuti e a smaltirne quasi la metà nelle inquinanti discariche e in più di 7mila Comuni italiani la quantità di rifiuti prodotti è irrilevante nel determinare l’ammontare della tassa, mentre solo alcune centinaia di enti locali fa pagare in base alle quantità effettivamente prodotte grazie alla tariffazione puntuale.
Introdurre una tassazione in base alla quantità di rifiuti prodotti, significa incentivare la mentalità della riduzione e della raccolta differenziata, proprio come è successo in Germania che utilizzando una equa leva economica, ha introdoto “un criterio di giustizia e sostenibilità ambientale e alleggerendo la pressione fiscale sui più virtuosi”.