“Quando otto anni fa in Gomorra scrissi il capitolo “La terra dei fuochi”, ricordo ancora le facce perplesse di chi diceva che poteva essere un buon soggetto per un film di fantascienza, ma che la realtà era diversa. Per tanto tempo sono stato accusato di aver inventato, di aver esagerato. Eppure da oltre vent’anni c’è chi denuncia, e le rotte del traffico di rifiuti che da Nord raggiungono le campagne del Sud sono ormai note”. Roberto Saviano.
Dopo 16 anni è stato spezzato il silenzio riguardo le parole di Carmine Schiavone, l’ex boss dei Casalesi, pronunciate dinnanzi alla Commissione parlamentare sulle Ecomafie nel 1997. Già allora il pentito parlava di inquinamento delle falde acquifere e di grave rischio per la salute di chi abita le zone oggetto dei misfatti, “tra 20 anni saranno tutti morti di cancro” ha dichiarato. Giovedì 31 ottobre, il Parlamento ha deciso di togliere il Segreto di Stato sugli atti della deposizione di Carmine Schiavone e ciò che alcuni hanno letto nel libro “Gomorra” di Roberto Saviano riguardo le Ecomafie, ora è diventato reale più che mai.
SPAZZATURA + OPERE EDILIZIE = TERRA DEI VELENI. Schiavone parla dell’intrusione della malavita, nel 1988, in due grossi affari che si sarebbero intrecciati tra loro e ovvero: lo smaltimento illegale dei rifiuti tossici e la realizzazione della superstrada Caserta – Napoli entro cui era coinvolta la camorra nello scavo e trasporto di terreno per i lavori, tramite aziende subappaltatrici. Gli scavi venivano effettuati nelle terre adiacenti l’autostrada o nei Regi Lagni, un’area di oltre mille km quadrati della Campania Felix tra Napoli-Nola-Caserta, costituita principalmente da reticoli di corsi d’acqua rettilinei e artificiali di origine settecentesca.
LA SUPERSTRADA DELLA SPAZZATURA. La realizzazione del manto stradale veniva compromessa con l’utilizzo di terreno non cretoso proveniente dagli scavi (abusivi) gestiti dal clan di Schiavone, quindi materiale non idoneo all’impiego in tale opera edile ma che avrebbe fatto risparmiare dei soldi che la camorra avrebbe riversato nelle proprie casse. Tali scavi abusivi poi, sarebbero dovuti essere ricoperti nuovamente ma qualcosa non andò secondo i piani di Schiavone che solo nel 1990 – a seguito del ritrovamento da parte dei Carabinieri di 3 fusti tossici in un campo sportivo nel retro della Parrocchia di Casal di Principe – venne a conoscenza del fatto che, qualcuno prima di lui nel Clan, aveva cominciato a gettarci dentro spazzatura. Erano Francesco Bidognetti, detto Cicciotto, e Mario Iovine, il cugino di Schiavone detto Sandokan, avevano avviato il business dello smaltimento dei rifiuti tenendo per loro il ricavato.
IL CORE BUSINESS DELLA SPAZZATURA DA 500 MILA LIRE. Dal 1990 l’affare venne alla luce e si cominciarono a versare quote nelle casse del clan dei Casalesi, facendo del traffico illecito di rifiuti il nuovo core business: un giro d’affari da 700 milioni di lire mensili che avveniva di comune accordo con le discariche adibite allo smaltimento dei rifiuti speciali e non. I camion, infatti, erano regolarmente muniti dalla bolla di accompagnamento ma i rifiuti, anziché essere smaltiti nelle discariche cui erano destinati, venivano inviati alla Camorra al costo di 500 mila lire anziché di 2 milioni e mezzo di lire, pari all’effettivo costo di smaltimento che veniva ugualmente incassato dai gestori delle discariche. Al vertice l’avv. Cipriano Chianese e suo braccio Cerci Gaetano; Schiavone ha dichiarato che uno dei loro migliori amici era Licio Gelli, il personaggio noto per l’implicazione in logge e associazioni massoniche.
DOVE SONO I FANGHI RADIOATTIVI DELLA GERMANIA. Dal 1987 sono state scavate buche profonde da 20 a 50 metri di profondità che toccavano le falde acquifere e, una volta ricoperti con materiale di ogni genere, i terreni venivano venduti anche a contadini per la coltivazione di frutta e verdura. Nei terreni adiacenti alla superstrada e in quelli lungo la Domiziana, si scavava sabbia per il calcestruzzo e le buche riempite di notte coi rifiuti di camion provenienti dalle industrie di Liguria, Lombardia, Toscana ma anche dall’estero. Non solo la spazzatura dei comuni limitrofi che non entrava in discarica, ma anche fanghi nucleari provenienti dalla Germania, tuolene, residui di pitture dell’Aretino, solventi da Massa Carrara, Genova, La Spezia e Milano. I rifiuti radioattivi, ha dichiarato Schiavone, sono stati interrati in un campo a Noviello, vicino la superstrada, “dove ora non cresce più l’erba, ma ci sono dei bufali al pascolo”.
DOVE SONO I VELENI IN TUTTO IL SUD ITALIA. Il business dei rifiuti non è un invenzione dei Casalesi anzi, il loro clan è nato dalla scissione con la mafia siciliana e i vari gruppi malavitosi, si sono spartiti il mercato a zone. I mafiosi siciliani proseguivano il traffico per conto loro già da molti anni così come in Calabria e in Puglia (Bari Foggia e Salento) che erano ammanettati anche con lo smaltimento in Albania; nella zona vesuviana e salernitana invece erano stati messi Carmine Alfieri, Mario Fabbrocino e Pasquale Galasso. I Casalesi si estendevano da Giugliano a Caserta – tra i comuni citati Casapesenna, Castel Volturno, Casal di Principe, Parete, Noviello, Aversa, Teverola, vicino l’Indesit, Casarella, Pianura (caso Cengio), Villaricca Villa Literno, (Napoli esclusa) – e nella provincia di Benevento ma, per ampliare la portata del loro clan rispetto ai concorrenti, i rifiuti furono smaltiti anche in Molise, nella zona del Matese, e nel Lazio (da Latina in giù) che già nel 1988 avveniva per mano di Bardellino.
LA SCELTA DEI SINDACI. Schiavone parla chiaro: la camorra e la politica sono una cosa sola al punto che lo Stato stesso, per i camorristi, viene identificato con il sistema della malavita di cui fanno parte e di cui continuano a nutrirsi. Il clan dei Casalesi teneva sotto controllo le cariche delle pubbliche amministrazioni ed i sindaci venivano scelti per essere pilotati da personaggi al di sopra di essi stessi. “Il giorno della formazione della giunta comunale, andavamo in consiglio e dicevamo: tu vai l’assessore a questo, tu lo fai a quell’altro, tu fai il sindaco…“. I politici per essere eletti hanno bisogno di voti che è la stessa malavita a fornirli, in cambio di appalti e sostegno agli illeciti.
NON SOLO RIFIUTI: IL BUSINESS INTERNAZIONALE DELLA MALAVITA. Siamo abituati a pensare che sono in Italia ci siano i ladroni ma non è così dato che molti subappalti del clan dei Casalesi sono stati appioppati anche in Germana, con la costruzione della Baden-Monaco, in Francia, in sud America ed in altre nazioni con varie attività di traffico illecito di armi, droga e tangenti da opere pubbliche.