Un “credito di imposta” per le aziende attive nel settore dell’economia verde, vitali per rilanciare la competitività del Paese.
A chiederlo è l’ex ministro dell’Ambiente, attuale direttore generale del dicastero, Corrado Clini, nel suo intervento agli Stati Generali della Green Economy a Ecomondo – Rimini.
In passato, ha osservato, sono state portate avanti “importanti politiche di incentivazione: ora bisogna selezionare cosa incentivare e – ha aggiunto – incentivare linee di sviluppo tecnologiche per rendere l’Italia competitiva. E qui – ha puntualizzato – c’è il problema del credito di imposta”.
A giudizio di Clini, infatti, “il credito di imposta è il modo più semplice e trasparente” di finanziare gli investimenti perché “il credito si applica a chi realizza e non a chi promette di realizzare”. Poi, ha aggiunto ancora, “il credito di imposta non può essere inteso come misura che si confronta con l’esercizio annuale ma deve essere misurabile sul ciclo economico: sul ciclo economico – ha ribadito – ossia sull’intervento e non sul costo del primo esercizio di bilancio”.
Secondo il direttore generale del ministero dell’Ambiente, infine, oltre al problema del credito e del finanziamento, sul mondo della Green Economy e sul suo sviluppo pesa l’eccessiva burocrazia, “anche più della metà. C’è una difficoltà , nelle amministrazioni, a sostenere lo sviluppo di queste tecnologie – ha spiegato Clini -: ci sono progetti ma non sappiamo come autorizzarli. Se non si snelliscono le procedure – ha concluso – abbiamo risorse e capacità che non si sviluppano”.