Coca-Cola, Procter&Gable, Bank of America e DuPront sono solo alcune delle multinazionali candidate ad aggiudicarsi il primo posto nella Hall of Shame, la classifica delle peggiori multinazionali del mondo in fatto di: corruzione, inquinamento, violazione dei diritti e della salute umana.
Il funzionamento dell’economia mondiale è condizionata da aziende di grandi dimensioni, generalmente chiamate “multinazionali”. Si tratta di compagnie petrolifere, aziende automobilistiche, elettroniche, chimiche, alimentari che operano in molti paesi del mondo e sono capaci di influenzare in modo sostanziale la politica e l’economia internazionale.
Ma oggi c’è un’iniziativa a cura dell’Associazione Corporate Accontability International che si pone in prima linea nel movimento contro gli abusi aziendali. È un’associazione che da ben 35 anni combatte per la salvaguardia della salute pubblica, i diritti umani e l’ambiente contro le azioni irresponsabili e pericolose delle multinazionali. La Corte Suprema americana ha dichiarato che le società di capitali e spa sono “persone”, ed è proprio basandosi su tale concetto che l’associazione ha ideato la campagna “Hall of Shame” in cui i cittadini sono invitati a votare quale secondo loro sia la peggiore azienda del mondo, quella che più di tutte ha tenuto un comportamento dannoso sotto il profilo della mancanza di trasparenza, dell’impatto ambientale e per la salute pubblica.
È per questo che l’associazione esorta tutti i sostenitori ad indicare il proprio voto visitando il sito www.stopcorporateabuse.org, e dire a gran voce “basta” a questo modello di sviluppo che da anni sta danneggiando il nostro pianeta.
CHI SONO I CANDIDATI. Wal-Mart per aver violato i diritti dei lavoratori; Exxon Mobil, per danni all’ambiente dovuti alle trivellazioni; Koch per attività di lobby e negazionismo si cambiamenti climatici; Coca-Cola, per aver ostacolato il divieto di introdurre bottiglie d’acqua nei parchi e le leggi contro l’obesità; Bank of America per aver viziato il mercato a danno dei piccoli consumatori; P&G per l’uso di sostanze tossiche nei prodotti da casa; DuPont per aver ostacolato l’approvazione di un provvedimento sull’etichettatura di cibi Ogm; Halliburton, per aver inquinato l’acqua potabile e compromesso le analisi.
Perché nasce Hall of Shame.
“La Corte Suprema ha dichiarato che le Società sono alla pari delle persone. E se alcune di queste Società fossero davvero alla pari delle persone, allora sarebbero in prigione”. Ogni anno, l’associazione “Stop corporate abuse”, chiede agli utenti di votare la peggiore tra le peggiori società al fine di pronunciare il “vincitore” annuale del Corporate Hall of Shame, ovvero la società che ha condotto la propria attività corrompendo e viziando i processi politici, violando i diritti umani, l’ambiente e la salute pubblica.
LE EDIZIONI PRECEDENTI. Nel 2012 la Monsanto si è aggiudicata il premio come peggiore multinazionale a causa dell’utilizzo di pesticidi tossici, concorrenza sleale alle piccole imprese e soprattutto per la diffusione di semi OGM che hanno contaminato buona parte delle colture bio americane e non. Nel 2011 invece, la Koch Industries inc si è aggiudicata la maglia nera tra le multinazionali per aver finanziato con 50 milioni di dollari il negazionismo sui cambiamenti climatici. Infine, nel 2010 la Chevron – per aver inquinato con rifiuti chimici tossici l’Amazzonia equatoriale provocando gravi malattie ai residenti – e nel 2009 la Kimberly-Clark (multinazionale del tessile) era stata nominata la peggiore per gravi responsabilità nella deforestazione ma, a seguito di un accordo con Greenpeace sulla ripopolazione delle foreste canadesi, è stata rimossa dalla lista.