Dall’inizio del secolo scorso l’industria alimentare ha imposto sul mercato il latte artificiale, facendolo passare come ottimo sostitutivo, se non addirittura migliore, del latte materno.
Medici e pediatri ne hanno consigliato l’uso anche in casi in cui non ce n’era un effettivo bisogno e le mamme, soprattutto in occidente, hanno iniziato ad utilizzarlo, vuoi per motivi pratici, come il dover tornare presto a lavoro, vuoi perché credevano di offrire un prodotto migliore ai propri figli.
A partire dagli anni ’60 negli Sati Uniti, in un clima sociale contrassegnato dal nascente ecologismo, si è tornati a dare importanza all’allattamento al seno, sempre di più suffragato negli ultimi anni dalle ricerche scientifiche che dimostrano i tanti vantaggi che esso apporta sia al bambino che alla madre.
La stessa Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) raccomanda l’allattamento materno esclusivo per almeno i primi sei mesi di vita del bambino, senza introdurre altri alimenti. Consiglia di usare fino al primo anno di vita il latte materno come alimento principale, introducendo gradualmente cibi complementari. Suggerisce anche di proseguire l’allattamento fino ai due anni e oltre, se il bambino si dimostra interessato e se la mamma lo desidera.
I vantaggi dell’allattamento materno sono vari:
- di tipo nutrizionale in quanto il latte, essendo un alimento specie-specifico, contiene tutti i nutrienti essenziali di cui il neonato ha bisogno per un ottimale sviluppo mentale e fisiologico;
- di tipo protettivo in quanto aumenta la risposta immunologica contro virus e batteri ed aiuta nella prevenzione delle allergie e dell’obesità;
- di tipo psicologico perché, come ci dice D. W. Winnicott, l’allattamento è la prima forma di comunicazione tra madre e bambino, che ne determina gli aspetti relazionali precoci e che influenzerà anche le relazioni future.
Senza dimenticare il carattere primario del bisogno di suzione del neonato, il cui soddisfacimento procura piacere orale e rassicurazione contro lo sconforto. Anche la madre ne riceve vantaggi, come una minore incidenza di carcinoma alla mammella, di neoplasia all’ovaio e di osteoporosi durante la menopausa. Da un punto di vista psicologico, la donna che allatta si sente gratificata. Sia la madre che il bambino provano una grande sensazione di benessere.
Un altro vantaggio del latte materno è di essere a costo zero e di avere anche zero impatto ambientale, a differenza ovviamente del latte artificiale. E’ la natura che lo crea ed è immediatamente disponibile. Grazie al tiralatte lo si può anche conservare in frigorifero, qualora la madre, per vari motivi, come il lavoro, non dovesse essere immediatamente disponibile.
Dott.ssa M. Grazia Milone – Psicologa e Psicoterapeuta