Lo scorso 1° dicembre è entrato in vigore il divieto di utilizzo di tre pesticidi della Syngenta e della Bayer responsabili della contaminazione dell’acqua di guttazione che trasuda dalle piante. Ma la battaglia contro i pesticidi killer non sembra essersi fermata e le due compagnie hanno avanzato ricorso contro la Commissione Ue, per chiedere l’annullamento del divieto dei pesticidi neonicotinoidi.
Greenpeace International ha pubblicato in questi giorni risultati di uno studio pilota, che fornisce ulteriori prove delle diverse modalità di contaminazione da parte di alcuni insetticidi e, insieme al Coordinamento Apistico europeo Bee Life e altre quattro associazioni ambientaliste e di consumatori (Pesticides Action Network Europe, ClientEarth, Buglife e SumOfUs) , hanno deciso di intervenire presso la Corte di Giustizia europea per difendere il bando europeo dei tre pesticidi killer che potrebbero provocare gravi perdite di api e di specie impollinatrici.
Il divieto in vigore dal primo dicembre, era stato introdotto dalla Commissione europea a seguito delle valutazioni scientifiche dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) che aveva esaminato le conseguenze dei tre insetticidi thiamethoxam (della Syngenta), imidacloprid e clothianidin (della Bayer), appartenenti alla classe di sostanze chimiche denominate come neonicotinoidi.
Al fine di indagare ulteriormente il fenomeno, Greenpeace ha effettuato uno studio ulteriore sulle piante di mais coltivate in Ungheria e trattate con due diversi prodotti per la concia delle sementi: Poncho®, contenente clothianidin come principio attivo, e Cruiser®, contenente thiamethoxam come principio attivo. Lo studio mostra che il liquido che trasuda dalle piante (l’acqua di guttazione) i cui semi sono stati trattati con alcuni neonicotinoidi (come ad esempio i semi di mais), contiene alte concentrazioni di pesticidi. I valori più elevati di neonicotinoidi riscontrati nell’acqua di guttazione sono anche superiori alle concentrazioni di principio attivo consigliate nei flaconi spray e impregnano la pianta fino al mese successivo. Si tratta di una modalità di esposizione ai neonicotinoidi potenzialmente letale per le api che si nutrono del liquido stesso.
“Ci sono ancora importanti lacune nella ricerca scientifica sui modi attraverso i quali le api sono esposte ai neonicotinoidi. Ora sappiamo però che l’esposizione può rivelarsi mortale quando api e altri impollinatori bevono o raccolgono l’acqua di guttazione delle colture trattate. Questa modalità di esposizione va ad aggiungersi ai già noti e inaccettabili rischi legati agli insetticidi neonicotinoidi – dichiara Federica Ferrario, responsabile campagna Agricoltura sostenibile di Greenpeace Italia – Il bando parziale di questi tre pesticidi è solo un primo e necessario passo per proteggere le api in Europa. Va difeso dagli attacchi di aziende che perseguono i propri interessi a scapito dell’ambiente.Ciò significa che l’attuale bando europeo non è solo giustificato, ma deve diventare permanente ed essere rafforzato” conclude Ferrario.