L’isola di Budelli è diventata di proprietà dello Stato italiano, ma pare che la cosa importi poco. L’interesse dei media si è incentrato intorno alle accuse mosse contro la Fondazione Univerde di Alfonso Pecoraro Scanio, promotore della petizione on-line Change.org #salviamobudelli che ha raccolto 100.000 firme regolarmente accreditate.
Secondo quanto riportato da alcune testate, la battaglia condotta dalla Fondazione Univerde era sostenuta al fine di ottenere un tornaconto economico che – scrivono gli accusatori – consisteva nell’acquisto, da parte dell’Ente Parco nazionale Arcipelago della Maddalena e al costo di 11 mila euro, di 16 fotografie provenienti dal concorso “Obiettivo terra”, promosso dalla Fondazione stessa e dalla Società Geografica Italiana. Ma Pecoraro Scanio parla chiaro: né lui stesso né la Fondazione Univerde hanno ricevuto nulla dall’Ente Parco.
Come dichiarato in una nota dalla Fondazione “il Parco stesso ha precisato come l’incarico della realizzazione di una mostra fotografica specifica sul Parco della Maddalena, in occasione dei 20 anni della propria istituzione, riguardi esclusivamente la Società Geografica Italiana, ente scientifico internazionalmente riconosciuto con 150 anni di storia. Nulla è stato stanziato per il concorso – prosegue – che ha sempre avuto patrocini assolutamente gratuiti da tutti i parchi nazionali italiani. Quanto promosso dalla Società Geografica Italiana è stata un’iniziativa autonoma”.
Inoltre “la campagna per Budelli ‘Bene Comune’ è avvenuta con la massima trasparenza attraverso una petizione online che ha raccolto 100.000 firme e tutta basata sul volontariato. Si tratta di un caso positivo di campagna pubblica che è riuscita a battere le manovre poco trasparenti a cui spesso si è rassegnati ed ecco perché non possiamo accettare schizzi di fango, anche se spero involontari, su un’azione trasparente e solare”.
Insomma, l’importante è non perdere di vista il fatto che l’Isola di Budelli dopo 150 anni sia diventata una terra di proprietà dello Stato italiano e di tutti i suoi cittadini, qualificandosi come un bene di pubblica utilità e parte integrante del patrimonio naturale e paesaggistico del nostro Paese. Certo sarebbe stato più facile da capire se i soldi fossero stati spesi per acquistare una chiesa o un monumento storico, ma anche bellezze naturali uniche al mondo come la “spiaggia rosa” di Budelli, devono essere preservate e valorizzate con orgoglio e fierezza.