Tempi duri per la specie canina partenopea e soprattutto per i padroni che abbandonano le feci dei cani per strada. A Napoli partirà in via di sperimentazione il progetto per l’estrazione del DNA dei cani per impedire una volta per tutte ai proprietari negligenti di lasciare le deiezioni canine in giro per la città.
Verrà presentato domani mattina, (10 gennaio) presso la Sala Giunta del Comune di Napoli (Palazzo San Giacomo) il nuovo sistema per contrastare l’abbandono di feci di cane in ambiente urbano. Nel corso della tavola rotonda “Prevenzione dei rischi sanitari determinati dalla popolazione canina in ambiente urbano mediante estrazione del DNA” verrà illustrato ai cittadini in che modo sarà possibile adempire ai nuovi obblighi previsti dall’ordinanza comunale che obbliga tutti i possessori di cani a sottoporre il proprio fido all’esame del DNA. In collaborazione con le Asl di Napoli verrà elaborato un database in cui sarà possibile risalire al proprietario del cane a partire dall’analisi del Dna estratto dalla deiezione abbandonata.
Con l’obiettivo di contrastare a pugno duro l’abbandono delle feci di cane per strada, il Comune obbliga tutti i proprietari dei cani “residenti o dimoranti nella Municipalità Vomero – Arenella a sottoporre il proprio cane al prelievo ematico per l’esame del DNA”. Il prelievo sarà gratuito e dovrà essere effettuato “entro e non oltre 60 giorni dalla nascita o dal possesso del cane, fermo restando l’obbligo dell’identificazione con microchip previsto dalla vigente normativa”.
Coloro che non registrano il DNA del proprio cane verranno puniti con una sanzione pecuniaria da 25,82 euro a 154,94 euro, mentre per coloro che lasciano feci per strada la sanzione sale fino a 500 euro.
Napoli è una della città pioniere di questo provvedimento che è stato sperimentato in Italia solo nelle stradine dell’isola di Capri per evitare che cittadini e turisti trovino le vie imbrattate dagli escrementi degli animali. Ma non solo: il problema delle deiezioni canine è stato affrontato in altre parti del mondo diversi anni fa con l’analisi del DNA da un assessore di Dresda e prima ancora a Gerusalemme (vicino Tel Aviv) e a Colonia su proposta dei veterinari. Anche in America Barbara Kansky, amministratrice del condominio di Devon Wood in Massachusetts e con il supporto del BioPet Vet Lab, ha introdotto il metodo per migliorare il decoro e l’igiene all’interno della propria area residenziale. Le feci di cane sono infatti causa di numerose malattie come: la acylostoma (un parassita dell’intestino che può infettare anche l’uomo provocando diarree), la giardia (rilasciata con le feci sotto forma di cisti e che può infastidire l’uomo se ha scarse difese immunitarie), la toxacara (vermi le cui uova potrebbero causare nell’uomo la sindrome larva migrans viscerale, più rara ma grave).