La Capitaneria di porto di Civitavecchia ha sequestrato alcune confezioni sottovuoto contenenti filetto essiccato di delfino (mosciame), pronte per essere vendute e servite presso un noto ristorante del litorale di Civitavecchia.
Il sequestro è avvenuto nell’ambito delle indagini svolte dagli agenti su mandato della Procura della Repubblica di Civitavecchia, scaturite da un servizio de Le Iene e dalla successiva segnalazione di LAV e Marevivo, che denunciavano la consuetudine di un ristorante del litorale laziale di servire ad alcuni clienti selezionati carne di delfino, specie di cui è vietata la cattura.
LAV e Marevivo rivolgono un appello al Ministro dell’Ambiente, Orlando:
“E’ urgente un piano di controlli straordinari per individuare tutta la filiera di questo illegale e squallido commercio di carne di animali rigidamente protetti, nonché altre simili situazioni di somministrazione al pubblico, soprattutto in quelle Regioni le cui tradizioni culinarie annoveravano il delfino tra le prelibatezze locali”.
“Ringraziamo la Procura della Repubblica e la Capitaneria di Porto di Civitavecchia per l’importante risultato, e per l’annunciata intenzione di proseguire le indagini per individuare tutti i passaggi che hanno portato la carne di delfini sui tavoli dei ristoranti, nonché Le Iene per aver portato all’attenzione dell’opinione pubblica questa consuetudine. – proseguono le Associazioni– Al Ministro Orlando chiediamo tolleranza zero su quanti lucrano sulla pelle di questi mammiferi marini, rigorosamente protetti dalle normative europee”.
La Direttiva 92/43/CEE (Direttiva Habitat), stabilisce infatti, che gli Stati membri dell’Unione Europea sono tenuti ad “istituire un regime di rigorosa tutela” dei delfini e in particolare ne vieta “qualsiasi forma di cattura o uccisione deliberata nell’ambiente naturale”. Il delfino è inserito nell’allegato A del regolamento CE 338/97 che applica i dettami Cites (Convenzione Internazionale sul commercio internazionale delle specie di fauna e flora minacciate di estinzione) e che stabilisce che per tutti i cetacei è vietato “l’acquisto, l’offerta di acquisto, l’acquisizione in qualunque forma a fini commerciali”.