La Commissione Europa intende deferire l’Italia alla Corte di giustizia europea per il mancato recepimento della direttiva che regolamenta lo svolgimento di test scientifici sugli animali.
Rischia di costare cara all’Italia la mancata adozione della direttiva Ue per la protezione degli animali utilizzati per scopi scientifici. La sanzione, messa a punto dai servizi del commissario Ue all’ambiente Janez Potocnik, dovrebbe scattare dal momento della condanna dell’Italia da parte della Corte. Lo scorso giugno l’esecutivo comunitario aveva lanciato un primo avvertimento alle autorità italiane emettendo un cosiddetto “parare motivato”, ultimo stadio della procedura d’infrazione prima del deferimento.
La data limite per la sua introduzione nel diritto nazionale era fissata per novembre del 2012, mentre il primo gennaio 2013 è scaduto il termine ultimo per la sua applicazione. La politica e fondatrice della Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente Michela Brambilla, ha dichiarato:
“Ci potrebbero essere i tempi tecnici per evitare una sentenza di condanna della Corte», osservano fonti comunitarie. Sempre che la `minaccia´ di dover pagare pesanti multe convinca i parlamentari a superare l’impasse venutosi a creare intorno al testo del provvedimento”.
Il nostro Paese, secondo le informazioni raccolte a Bruxelles, è rimasto oggi l’unico tra i partner Ue a non aver ancora recepito la direttiva numero 63 approvata nel settembre del 2010, una norma sulla protezione degli animali utilizzati a scopi scientifici adottata dall’Unione dopo un iter durato anni.
La Commissione europea è decisa a portare il nostro governo davanti alla Corte di giustizia per rispondere della non trasposizione nell’ordinamento nazionale della norma europea. E se il Parlamento non farà il necessario per evitare la condanna dei giudici Ue, Bruxelles chiede che a partire dal giorno della sentenza, l’Italia venga chiamata a pagare una multa da oltre 150 mila euro al giorno.
Noemi Pomante